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La Regione va allo scontro sulla legge salvaprecari

CATANZARO La giunta va allo scontro a colpi di carta bollata con il governo per salvare la salva-precari, legge fortemente voluta dal senatore Tonino Gentile e bocciata dal Consiglio dei ministri c…

Pubblicato il: 12/06/2013 – 17:05
La Regione va allo scontro sulla legge salvaprecari

CATANZARO La giunta va allo scontro a colpi di carta bollata con il governo per salvare la salva-precari, legge fortemente voluta dal senatore Tonino Gentile e bocciata dal Consiglio dei ministri che l’ha impugnata lo scorso 24 maggio.
L’esecutivo regionale si è riunito sotto la presidenza della vicepresidente Antonella Stasi, con l`assistenza del dirigente generale Francesco Zoccali. E, su proposta della Stati, è stata deliberata la costituzione in giudizio della Regione contro il ricorso, da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, davanti alla Corte costituzionale, per la dichiarazione di illegittimità di alcuni articoli della legge avente a oggetto “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del servizio sanitario regionale”.

PERCHÉ IL GOVERNO HA BOCCIATO LA LEGGE
Secondo quanto deciso dal pool di esperti giuridici che affianca il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, il testo normativo andava impugnato «in quanto contiene alcune disposizioni in contrasto con i principi statali in materia di coordinamento della finanza pubblica e, pertanto, viola l`articolo 117, terzo comma, della Costituzione». Sotto la scure di Palazzo Chigi è finito l`articolo 1 laddove dispone la stabilizzazione da parte delle Aziende sanitarie e ospedaliere regionali del personale con rapporto di lavoro a tempo determinato che abbia i requisiti stabiliti dalla stesso comma 1, nonché dai successivi commi 2 e 3. «Tali disposizioni – scriveva il governo nella delibera di impugnativa – che trasformano rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti di lavoro di ruolo a tempo indeterminato in costanza di Piano di rientro dal disavanzo sanitario, sono censurabili sotto vari aspetti. Inoltre, sotto un profilo più generale, le disposizioni regionali in questione, prevedendo procedure selettive totalmente riservate al personale interno, contrastano con l’articolo del decreto legislativo 165 del 2001, secondo il quale nelle procedure di reclutamento mediante concorso pubblico la riserva dei posti disponibili per il personale interno con contratto di lavoro a tempo determinato può avvenire solo entro limiti determinati. Si ravvisa, pertanto, anche la violazione del principio del pubblico concorso, di cui agli articoli 3 e 97 della Costituzione, nonché il contrasto con la legislazione statale vigente in materia e con la normativa contrattuale relativa al comparto degli enti del sistema sanitario nazionale». È questo il succo della scontro che sarà portato davanti alla Consulta: per il governo centrale la norma è troppo “chiusa”, indirizzata verso i precari storici, per il governo regionale la loro assunzione serve a mantenere i livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario. Ai giudici, adesso, il compito di stabilire se le norme approvate dal parlamentino calabrese siano contrarie ai princìpi della Costituzione. (0020)

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