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«Nel Pdl c`è aria di regime»

REGGIO CALABRIA Una presa di distanza così netta dal governatore-coordinatore del Pdl – soprattutto in “casa sua”, a Reggio Calabria – non era mai arrivata. Ma c`è una prima volta per tutto. E ci p…

Pubblicato il: 12/06/2013 – 21:56
«Nel Pdl c`è aria di regime»

REGGIO CALABRIA Una presa di distanza così netta dal governatore-coordinatore del Pdl – soprattutto in “casa sua”, a Reggio Calabria – non era mai arrivata. Ma c`è una prima volta per tutto. E ci pensa il coordinatore reggino del Pdl a segnare questo inedito assoluto. Che, facendo ricorso a toni molto duri, segna una spaccatura verticale tra i berluscones. Lo fa partendo dai risultati dell`ultima tornata elettorale, che, secondo Roy Biasi «sono deludenti e non possono essere interpretati a uso personale. Quello che rimane in Calabria è un partito lacerato e chiuso ad ogni forma di dialettica interna. Non credo che questi siano i segni di una vittoria».
Biasi spiega di non condividere l`analisi di Scopelliti, che già due settimane fa (prima dei ballottaggi) «esultava per una vittoria che non c`è stata, e francamente non capisco come si possa insistere ancora su questa linea parlando “en plein del centro destra” (era il fulcro dell`ultima esternazione post-elettorale dello stesso Scopelliti, ndr). È giusto rendere merito ai nostri candidati per le importanti vittorie nei comuni di Locri e Isola Capo Rizzuto ma trovo invece incomprensibili i toni trionfalistici che celebrano l’affermazione di due rispettabilissimi candidati che se pur ritenuti vicini al centrodestra, hanno corso in liste avversarie alle nostre e contro i candidati sindaci del nostro partito che, lo ricordo a scanso di equivoci, è il Popolo della libertà». Un modo per rimarcare quello che avrebbe dovuto essere ovvio e, invece, al governatore era sfuggito: ad Acri e Corigliano il Pdl aveva presentato candidati che non sono neppure arrivati al secondo turno.
Il coordinatore del Pdl non è semplicemente «un elettore dell’area di centrodestra», e dovrebbe ricordarlo. Biasi, che è un fedelissimo dell`ex parlamentare Nino Foti, puntualizza un altro aspetto del dopo-elezioni: non c`è stata alcuna analisi del voto, «o meglio, non è stata concessa, nonostante io ne avessi fatto espressamente richiesta subito dopo le elezioni nazionali. E non è un caso che oggi anche l’Udc, visto l’esito di queste elezioni, abbia chiesto al nostro coordinatore regionale un’analisi e una verifica della situazione politica».    
«Non vorrei inoltre – aggiunge Biasi – che questo risultato fosse usato, irresponsabilmente, per far passare il messaggio, in stile propagandistico, che la nostra sia un’oasi felice. Non è così. Lo dicono i numeri relativi al calo di consensi, non solo di queste ultime elezioni ma anche delle politiche dello scorso febbraio, e lo dicono le tante lacerazioni interne al partito che sono emerse soprattutto in questi ultimi tempi».
Parole dure, quelle che descrivono una «gestione monocratica del Partito, in stile “regime”», che «ha generato infatti soltanto divisioni e un diffuso malcontento».
«Già – insiste Roy Biasi – perché quanto sto affermando è condiviso anche da noti amministratori, vicini politicamente al coordinatore, che sempre più spesso mi manifestano le loro critiche e il loro disappunto ma che gli stessi non esprimono pubblicamente. Cosa si teme?».
È il racconto di un moloch azzurro in cui c`è addirittura timore di esprimere critiche e riserve rispetto all`operato del capo. Con l`aggravante che questo racconto arriva dall`interno: «Che si tratti di questioni puramente politiche o di punti di vista diversi, non fa differenza, sarebbero tutte situazioni che rientrano nella normale attività di in un partito basato sulla dialettica interna e sul confronto. Ma se queste basi vengono a mancare, come nel nostro caso specifico, e le voci fuori dal coro vengono ignorate, quello che si ottiene, più che ad un normale partito somiglia ad un campo minato».
«Che ci piaccia o meno – conclude il coordinatore del Pdl – questo è ciò che oggi abbiamo consegnato ai nostri elettori chiedendo di essere valutati. E la valutazione è negativa, come evidenziato in alcuni casi dai numeri poco lusinghieri, in generale dalla non partecipazione al voto. Su questo dovrebbe interrogarsi un partito che si confronta. Anziché gioire in solitaria per un risultato che di positivo non ha nulla, chi di competenza dovrebbe stimolare un`analisi sugli errori fatti e trovare le soluzioni per ripartire, ma purtroppo nel Pdl calabrese le cose non funzionano così». (0020)

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