«La legge regionale che istituisce l`azienda denominata Calabria Verde da una parte fa rivivere la vecchia Afor, agenzia produttrice di forti passività e posta in liquidazione ormai da anni, e dall`altra sopprime le comunità montane che per 40 anni hanno operato positivamente a favore dei territori montani e senza produrre deficit». È quanto si afferma in una lettera aperta, inviata tra gli altri, ai presidenti di giunta e consiglio regionale, sottoscritta dai presidenti delle comunità montane calabresi che hanno deciso di dare vita ad un organismo politico culturale il cui coordinamento regionale è stato affidato ad Antonino Micari. «Le comunità montane – è scritto nel documento – hanno sempre svolto compiti meritori a difesa degli interessi della montagna e lo hanno fatto con competenza, efficacia ed economicità. La Regione Calabria, al contrario di quanto hanno fatto tutti gli altri enti, anziché procedere alla modernizzazione ordinamentale e funzionale delle comunità montane, anche trasformandole in unioni dei comuni e quindi conservando il loro ruolo di enti locali democraticamente eletti e rappresentativi dei territori, ha preferito toglierle di mezzo perché la loro democraticità rappresentativa ed il loro legale col territorio e con le sue popolazioni non erano omologabili al volere ed al potere dei governanti regionali di turno».
I presidenti delle Comunità montane «ritengono, a fronte del rischio che la montagna calabrese subisca un ulteriore abbandono, che l`esperienza amministrativa degli enti non debba disperdersi ma vada recuperata, in un`associazione regionale di natura politico-culturale col compito di animare il territorio montano, mantenendo vivo il bisogno di interventi in sua difesa. È indispensabile che le popolazioni montane si ritrovino in questo organismo che si cimenti in tutte le occasioni di confronto, non escluso quello elettorale». (0030)
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