LAMEZIA TERME Contro il rischio «dell`uomo solo al comando» e della «delega plebiscitaria», Alfredo D`Attorre non ha dubbi: «Bisogna dare forma a un nuovo modello federale di partito». Il commissario e deputato del Pd calabrese, sempre più proiettato nel suo ruolo di dirigente nazionale e che ormai sembra aver abdicato al ruolo di guida del partito calabrese, è tra gli estensori del documento (gli altri due sono Stefano Fassina e Maurizio Martina) dei bersaniani “doc”, che in molti nei democrat hanno letto come un tentativo per sbarrare la strada a Matteo Renzi. Nel volume, presentato mercoledì a Roma durante una riunione di corrente, si riapre il capitolo delle primarie, già oggetto di un duro scontro fra Bersani e Renzi. D`Attorre, e con lui Fassina e Martina, si domandano se sia giusto usare le primarie per scegliere il segretario nazionale anche se venisse modificata la norma che fa coincidere la leadership del partito con la candidatura alla premiership, e parlano di «forzatura» nell`elezione dei segretari regionali attraverso i gazebo: andrebbero scelti piuttosto dagli iscritti al partito. Insomma, niente primarie aperte.
Resta da capire adesso quale sarà l`impatto tra i dirigenti democrat calabresi della proposta formulata da D`Attorre. Nessuno infatti ha dimenticato che giusto qualche settimana fa era stato messo a punto un cronoprogramma della stagione congressuale del Pd calabrese dove si faceva esplicito riferimento alla celebrazione di «primarie aperte» per la scelta del nuovo segretario regionale. Ora il nuovo cambio di rotta, che dimostra come nel Pd la confusione regni sovrana. E c`è da giurarci che questa nuova presa di posizione finirà con l`inasprire un clima già di per sé molto caldo.
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