Ormai è scontro aperto nel Pdl. Il coordinatore provinciale di Reggio, Roy Biasi, ha annunciato che non parteciperà al summit di lunedì, 17 giugno, a Catanzaro. A convocarlo è stato lo stesso Peppe Scopelliti (in realtà la convocazione porta la firma anche del numero due del Pdl Tonino Gentile). Il governatore e coordinatore regionale del partito ha deciso di correre ai ripari per evitare di trascorrere un`estate politica rovente dopo che la fronda all`interno del Pdl si sta allargando giorno dopo giorno. Lo scopo della riunione è quello di frenare sul nascere ogni forma di emorragia. «Sarà in quella sede che tutti i nodi venuti al pettine saranno affrontati», aveva spiegato uno dei fedelissimi del presidente subito dopo la convocazione del summit. Scopelliti ha preso atto del malcontento che dilaga in ampi settori del suo partito. Un malcontento che – a giudicare dalla decisione di Roy Biasi – diventa difficile far scomparire. Proprio Biasi, nei giorni scorsi, aveva espresso una durissima presa di posizione che pone in discussione l’attuale leadership regionale del Pdl in Calabria.
Il coordinatore provinciale, in un comunicato, motiva così la sua decisione: «Non parteciperò alla riunione “tra pochi intimi” convocata da Scopelliti per domani 17 giugno a Catanzaro. Una riunione dei soli cinque coordinatori provinciali e dei rispettivi vice vicari non può essere ritenuta la risposta adeguata a tutte le critiche all’azione dell’attuale guida regionale del partito piovute in questi giorni da vari esponenti politici di tutta la Calabria. Attendo piuttosto – prosegue Roy Biasi – di essere convocato per partecipare ad una vera assemblea composta da tutti coloro che a pieno titolo fanno parte del coordinamento regionale del Pdl Calabria. È già abbastanza grave infatti non averlo fatto prima, quando ad esempio il sottoscritto ne aveva fatta apposita richiesta senza però ricevere risposta, comportamento oltretutto anche poco “polite” oltre che politicamente scorretto». «All’indomani delle elezioni politiche dello scorso febbraio – attacca Biasi – dopo il netto calo dei consensi riscontrati, era facile intuire i pericolosi segnali che giungevano dal nostro elettorato, invece, come di consueto, si è preferito affrettarsi a festeggiare sbandierando ai quattro venti una vittoria che nascondeva i segni della sconfitta. Avremmo dovuto fermarci e confrontarci, dare ascolto agli elettori e provare a dare le risposte necessarie. Invece così non è stato, e si è preferito continuare a testa bassa con la stessa linea di sempre, per dimostrare che in Calabria le cose vanno bene, che il Pdl è solido e compatto e naturalmente sempre vincente. Niente di più falso. E così mentre a Roma si discuteva e si trovava un accordo sul governo delle larghe intese e si avvicinavano nel frattempo le elezioni amministrative, in Calabria nel Pdl tutto taceva. Personalmente, per quanto di mia competenza, ho sentito l’esigenza di convocare il coordinamento provinciale per la campagna elettorale, nelle due principali cittadine chiamate al voto, Giojosa e Locri, mentre dal coordinamento regionale nessun incontro o riunione, nessuna assemblea. Il vuoto. Un partito che non si riunisce e che quindi non decide nulla, come invece dovrebbe fare, neanche in riferimento alla conduzione di un ente importante come la Regione Calabria, dove siamo forza di governo, in piena emergenza, dalla sanità ai rifiuti, dai trasporti al dissesto idrogeologico, dal lavoro che non c’è e non si riesce a creare, al continuo morire delle nostre imprese. Un partito composto “da un uomo solo al comando” assistito da sorridenti “yes man” e pieno zeppo di gente che tace ma vorrebbe dire di tutto. Un partito dove “controllore e controllato” sono la stessa persona e dove il controllore controlla a sua volta altri partiti, come nelle migliori holding. Ma i nodi si sa – insiste il coordinatore Pdl – vengono al pettine, e come volevasi dimostrare, purtroppo per il partito, sono stato facile profeta di quello che sarebbe accaduto e che sicuramente si sarebbe potuto evitare. Il quadro emerso in questi giorni ne è un chiaro esempio, malumori e tensioni in tutto il partito, affluenza alle urne ai minimi storici, e risultati pessimi, al di là delle singole interpretazioni. E qual è la risposta che il coordinatore si propone di offrire a questa situazione? Una riunione ristretta di cui nessuno sentiva il bisogno, dove peraltro il finale è già scritto, riposto lì in qualche cassetto all’interno di qualche comunicato stampa, sicuramente già preparato in precedenza, che finirà solo per autocelebrare e auto referenziare il ruolo svolto dal coordinatore regionale, falsando di fatto la realtà. Non importa – conclude Biasi – di cosa si parlerà e cosa si deciderà».
«Questa poteva e doveva essere l’occasione per avviare una discussione costruttiva partendo da tutti gli errori fatti. Invece si continua a sbagliare e la toppa, anche questa volta, è più grande del buco». (0050)
x
x