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Omicidio Fortugno, chiesto l`ergastolo per Alessandro Marcianò

REGGIO CALABRIA «La causale dell’omicidio è chiara: l’onorevole Fortugno è stato ucciso perché con la sua morte bisognava consentire l’accesso al primo dei non eletti, Crea Domenico e non saremmo q…

Pubblicato il: 20/06/2013 – 14:59
Omicidio Fortugno, chiesto l`ergastolo per Alessandro Marcianò

REGGIO CALABRIA «La causale dell’omicidio è chiara: l’onorevole Fortugno è stato ucciso perché con la sua morte bisognava consentire l’accesso al primo dei non eletti, Crea Domenico e non saremmo qui a discutere se il giudice nelle motivazioni si fosse soffermato sui rapporti e sui contatti che il mandante Marcianò Alessandro ha avuto con gli esecutori nella fase organizzativa dell’omicidio e nella fase successiva». Al temine di una breve, ma severa requisitoria, il pg di Reggio Calabria Fulvio Rizzo ha chiesto la conferma della condanna all`ergastolo per Alessandro Marcianò, con la contestuale condanna a diciotto mesi di isolamento diurno.
Marcianò è stato identificato come mandante dell`omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria Franco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005 a Locri al seggio delle primarie del centrosinistra. Responsabilità che «i molteplici contatti fra il Marcianò e l’esecutore, così come le cautele adottate nelle telefonate successive all’omicidio che rimandavano a incontri personali per colloquiare liberamente» per il pg provano in modo schiacciante. Allo stesso modo – sottolinea Rizzo – è dalle conversazioni che è facile evincere «il grande coinvolgimento di Marcianò nella campagna elettorale di Crea». Tutte evidenze che pur emerse in dibattimento non erano state sufficientemente valorizzate nella sentenza di secondo grado.
Proprio su queste lacune la Cassazione aveva –  circa un mese – puntato il dito rinviando il processo alla Corte d`Assise d`appello. È invece definitiva la condanna all`ergastolo nei confronti del figlio Giuseppe Marcianò, ritenuto al contempo mandante ed esecutore materiale del delitto, di Salvatore Ritorto, condannato come mero esecutore materiale e Domenico Audino, logista dell’omicidio.
L’allora vicepresidente del consiglio regionale, Franco Fortugno –  esponente di primo piano della Margherita – è stato assassinato nel nell’atrio di palazzo Nieddu, seggio elettorale di Locri per le primarie dell’Unione il 16 ottobre del 2005. Fin dalle prime fasi delle indagini, gli investigatori hanno scartato la pista dell’omicidio d’impeto: l’eliminazione di Fortugno era un’azione pianificata da tempo. In seguito si scoprirà che la vittima era sotto osservazione da mesi e che gli autori avevano scelto con cura quel momento pur essendo perfettamente consapevoli del clamore che ne sarebbe derivato e delle conseguenze di carattere investigativo e repressivo. Sarà la collaborazione di Bruno Piccolo e Domenico Novella a consentire di individuare l’autore materiale dell’omicidio, i suoi complici, gli organizzatori e mandanti di un delitto di carattere politico – mafioso che – stabilirà l’inchiesta – doveva colpire Fortugno tanto per il suo ruolo nella politica regionale, come per la mole degli interessi che premevano in vista della formazione di nuovi equilibri. La “colpa” di Fortugno sarebbe stata quella di essere stato eletto al posto di un altro candidato, sostenuto dallo stesso Alessandro Marcianò, Domenico Crea, che nell`inchiesta sul delitto non è mai stato coinvolto. (0030)

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