COSENZA Ci sono figure, come quella di Dossetti, che in tempi di crisi e di smarrimento dei valori tornano prepotenti. Deve essere per questo che su iniziativa di Giovanni Altomare, Francesco Bernaudo, Domenico Fuoco, Paolo Palma e Irene Scarnati nasce a Cosenza l’associazione Giuseppe Dossetti, con l’intento ambizioso di contribuire a colmare il vuoto lasciato dai partiti , «troppo impegnati nel rafforzare il proprio ruolo autoreferenziale», spiega Paolo Palma presentando l’iniziativa. E se Dossetti è il punto di riferimento culturale del gruppo, pare chiaro che il cammino che l’associazione seguirà sarà nel solco della ricerca di una rinnovata etica politica e per fugare qualunque dubbio possibile circa la collocazione culturale e politica dei neo dossettiani basta scorrere lo statuto costitutivo, per leggere che «l’associazione si riconosce nell`area democratica e progressista culturalmente plurale del centrosinistra, nel solco dell`esperienza originale dell`Ulivo e delle forze a esso collegate e individua come emergenze democratiche per l`Italia». L’Ulivo dunque, come esperienza politica tutto sommato recente cui fare riferimento – di cui Paolo Palma fu rappresentante in parlamento come deputato cosentino – e come esempio di capacità di coniugare il pensiero cattolico progressista e la radice di sinistra. Quella forma di governo sappiamo come finì – anche se Prodi resta un punto di riferimento dentro una certa area – ma l’esperienza del’Ulivo e il richiamo alla cultura dossettiana fanno dire a gran voce a Palma che «occorre opporsi al pensiero unico del liberismo, che da trent’anni sta conducendo l’Italia e l’Europa nel baratro». Dunque di qui la necessità per i dossettiani cosentini di dare spazio a politiche sociali, attente alla persona e meno ai mercati. Un impegno cui pure la sinistra pare abbia rinunciato se, come dice Paolo Palma «anche dentro il Pd siano subalterni all’ideologia liberista, mentre manca da parte della sinistra una reale opposizione alla crescita e al prevalere delle disuguaglianze sociali». Il primo impegno che la nuova associazione affronterà riguarderà il centro storico cosentino, questa volta osservato non dal punto di vista architettonico e artistico, che pure è un aspetto che i dossettiani ovviamente riconoscono, ma guardando le condizioni di vita dei cittadini che vi abitano, partendo per esempio dal grado di scolarizzazione dei bambini del quartiere, o dalla salubrità degli ambienti, spessissimo degradati. Un modo per “adottare” il centro storico che maggiormente si sposa con la storia e l’impegno sociale e politico che fu di Dossetti, creando una sorta di libro bianco da consegnare successivamente all’amministrazione comunale perché ne tenga conto. (0090)
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