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Un "amico" di Reggio guida il Parco dell`Aspromonte

REGGIO CALABRIA Di certo c`è che il nuovo presidente del Parco nazionale dell`Aspromonte è un “amico” della città di Reggio Calabria. Giuseppe Bombino, ricercatore del dipartimento di Agraria dell`…

Pubblicato il: 24/06/2013 – 16:09
Un "amico" di Reggio guida il Parco dell`Aspromonte

REGGIO CALABRIA Di certo c`è che il nuovo presidente del Parco nazionale dell`Aspromonte è un “amico” della città di Reggio Calabria. Giuseppe Bombino, ricercatore del dipartimento di Agraria dell`Università Mediterranea, è conosciuto in riva allo Stretto per essere stato il promotore del famigerato “manifesto per Reggio”, l’appello attraverso il quale una serie di rappresentanti delle categorie sociali chiedevano al governo Monti di non sciogliere per infiltrazioni mafiose il Comune di Reggio Calabria.
Nulla da eccepire sulle capacità e sulle conoscenze scientifiche del ricercatore che è stato nominato a capo del Parco dell`Aspromonte grazie un decreto del ministro dell`Ambiente Andrea Orlando. Tra le altre cose, Bombino è consigliere dell’ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Reggio, ed è stato co-estensore del programma regionale per le attività di forestazione e la gestione delle foreste regionali contenuto all`interno della legge forestale regionale approvata lo scorso anno. Insomma, un profondo conoscitore della montagna, che potrà operare per la salvaguardia di un patrimonio naturalistico di altissimo spessore come quello reggino.
Il fatto curioso, semmai, riguarda la sua battaglia contro la fine dell`esperienza amministrativa targata Demetrio Arena. «Oggi, rispetto al “sistema Italia” – commentava Bombino, lo scorso 20 settembre, in un’intervista al portale StrettoWeb, presentando la sottoscrizione del manifesto a sostegno dell`amministrazione comunale –, Reggio è una città assolutamente normale, in quanto non ha nulla d’eccezionale, nessun elemento d’eccezionalità appunto. Purtroppo la ’ndrangheta è ovunque. C’è a Reggio come in tutte le altre realtà geografiche del nostro Paese, come apprendiamo dalle cronache di ogni giorno: dal Lazio alla Lombardia, dal Piemonte alla Campania e così via. È una cosa grave e brutta, ma non c’è solo qui, non è una nostra esclusiva. Per questo parliamo di una città normale». Certo, a giudicare da quanto è successo a quelle latitudini non c’è da dargli molta ragione. (0030)

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