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Enoteche, De Masi contro i «furori campanilistici»

Come ogni “guerra”, anche quella dei vini ha le sue strategie: e quella suggerita dal consigliere regionale di minoranza Emilio De Masi è di accelerare sull`Enoteca regionale per contrastare le mir…

Pubblicato il: 26/06/2013 – 13:20
Enoteche, De Masi contro i «furori campanilistici»

Come ogni “guerra”, anche quella dei vini ha le sue strategie: e quella suggerita dal consigliere regionale di minoranza Emilio De Masi è di accelerare sull`Enoteca regionale per contrastare le mire “secessioniste” provenienti dal Cosentino e messe in campo, in ultimo, a Vinitaly. Con uno stand autonomo della Camera di Commercio cosentina in coppia con la Provincia di Reggio. De Masi scrive che «la costituzione di una enoteca voluta dal presidente della Provincia di Cosenza, successiva e comunque di più limitate funzioni rispetto all’Enoteca regionale della Calabria, non può essere sostitutiva di quest’ultima. Né può ridimensionarne le potenzialità di sviluppo, immancabilmente riconducibili alla più appropriata titolarità istituzionale».
L`ex dipietrista riconosce «comunque meritoria l’attività anche in questo settore del presidente Oliverio», ma incalza: «Tocca al governo regionale e per il tramite del già costituito consiglio di amministrazione, accelerare la concreta determinazione della “Casa dei vini calabresi”. Sarebbe d’altro canto frustrante per il territorio cirotano affidare la rappresentatività dei suoi prodotti vinicoli a quella che è definita “Enoteca bruzia”».
Di qui la caratterizzazione “territoriale” della presa di posizione di De Masi: «È la storia millenaria del gaglioppo e la presenza nella provincia di Crotone della grandissima parte delle aziende vitivinicole che sostenne inconfutabilmente la candidatura del nostro territorio quale sede dell’Enoteca regionale e posta e portata avanti, senza alcuna indulgenza all’autolusinga, dal sottoscritto», rivendica il consigliere di centrosinistra. «I successivi compromessi – aggiunge –, frutto di inammissibili furori campanilistici, nel determinare una sorta di impoverimento di una complessiva ed univoca centrale di ricerca e di attività di valorizzazione, spiegano ulteriori e improbabili ambizioni che rischiano di prostrare completamente il valore dell’iniziativa regionale.
Sono certo, dunque, che anche alla luce della nascita di enoteche la Casa dei Vini della Calabria, semmai abbia ancora più senso per sintetizzarne rappresentanza produttiva  ed esaltarne in una sapiente opera di congiunzione culturale aspettative di crescita».
«E dunque – conclude De Masi –, pur nella soluzione diversificata prevista nella determinazione della giunta regionale, è urgente darvi seguito in tutte le implicazioni istituzionali e operative». (0070)

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