Hanno scelto di usare anche slide e mappe interattive – che una dopo l’altra hanno concretamente mostrato al Tribunale la presenza capillare della `ndrangheta in Calabria, in Italia e nel mondo – i pm Antonio De Bernardo e Giovanni Musarò, per sostenere le durissime richieste di pena invocate a carico dei 43 imputati del processo Crimine. Al termine di una requisitoria lunga due giorni, durante la quale – Paese per Paese, regione per regione, città per città- hanno illustrato in dettaglio i locali di `ndrangheta, le loro relazioni e i loro affari, i sostituti della Dda di Reggio Calabria, hanno chiesto al collegio, presieduto dal giudice Alfredo Sicuro, con a latere Cosenza e Sergi, condanne per un totale di 476 anni di carcere, con pene variabili da 26 anni e 8 mesi a 2 anni e 2 mesi.
E sono durissime le richieste di condanna invocate a carico dei presunti capi delle diverse locali. La più alta è quella che la pubblica accusa invoca per Domenico Gangemi, da condannare per i pm De Bernardo e Musarò a 26 anni e 8 mesi, seguita a ruota dai 26 anni di carcere chiesti per Rocco Bruno Tassone e Mario Giuseppe Stelitano. Sono 22 invece gli anni di carcere invocati invece per Francesco Bonarrigo, Antonio Cuppari, Francesco Gattuso e Giuseppe Antonio Primerano, mentre per la pubblica accusa dovrebbe scontare “solo” 21 anni dietro le sbarre Giuseppe Giampaolo.
È di vent’anni di reclusione la pena richiesta anche per l’ultraottantenne Antonio Commisso, mentre un anno di meno per i pm della Dda reggina dovrebbero passare dietro le sbarre Giuseppe Bruzzese, Giuseppe Chiera e Antonio Figliomeni (classe `49). Per Vittorio Barranca e Ernesto Mazzaferro, la pubblica accusa ha chiesto invece una condanna a 18 anni di reclusione.
Sedici anni e 8 mesi di reclusione sono stati chiesti per Domenico Rocco Cento, mentre è di 16 anni la pena chiesta dalla pubblica accusa per Giuseppe Siviglia. Per i pm è invece da condannare a 15 anni Antonio Futia (classe `58), mente va meglio a Carmelo Ferraro e Roberto Commisso, per i quali sono stati chiesti 13 anni di reclusione. Di 12 anni di carcere è invece la pena invocata da De Bernardo e Musarò per Giuseppe Velonà, Antonio Angelo Cianciaruso, Michele Fiorillo e Francesco Marzano. Per Salvatore Pepè, la pubblica accusa ha invece chiesto una condanna a 10 anni, mentre è di 6 anni e 6 mesi quella chiesta per Rocco Agostino.
Pene minori sono state invocate infine per Anna Maria Agostino, Franca Agostino, Francesco Agostino e Giuseppe Caccia, tutti da condannare a 4 anni e 2 mesi ciascuno, così come per Giuseppe Capasso, Michele Capasso, Guido Cillo, Vincenzo Fleres, Vincenzo Nunnari e Nicola Perrotta. All’indirizzo di Marzia Mazzaferro, arriva invece la richiesta di pena più lieve, 2 anni e 2 mesi.
Per la pubblica accusa sono tutti a vari titolo parte integrante di quella `ndrangheta – dice in sede di requisitoria il pm Musarò – <
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