Alaco, sopralluogo «improvviso» dell`Arpacal: «Acqua inodore e incolore»

VIBO VALENTIA Dopo un sopralluogo «non comunicato ad altri soggetti e, quindi, assolutamente inatteso», l`Arpacal conferma ciò che Sorical ha sempre sostenuto: eventuali disagi dovuti alla qualità dell`acqua erogata nei paesi allacciati all`invaso Alaco sarebbero dovuti alle cattive condizioni delle reti idriche comunali. Ad effettuare la visita «improvvisa» presso l`impianto di potabilizzazione sito in località Lacina, tra i comuni di Brognaturo (VV) e San Sostene (CZ), sono stati il direttore scientifico e il direttore generale dell`Agenzia regionale per la protezione dell`ambiente della Calabria, Oscar Ielacqua e Sabrina Santagati. I due dirigenti alla fine del sopralluogo hanno anche assaggiato l`acqua in uscita dal potabilizzatore, definita «assolutamente incolore ed inodore, senza quel retrogusto di cloro tipico degli impianti di potabilizzazione». Una conclusione, questa, che certamente non sarà condivisa da molti cittadini del Vibonese che, specie in estate, non di rado vedono uscire dai rubinetti delle loro case un liquido non certo inodore, e dal colore quasi mai rassicurante. Tant`è che, tuttora, i cittadini evitano di bere quell`acqua.
L`invaso dell`Alaco è al centro di un`inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, “Acqua sporca”, che potrebbe essere conclusa a breve e che ha portato all`iscrizione nel registro degli indagati di molti dirigenti e tecnici di Sorical, Arpacal e Asp (di Catanzaro e Vibo) – nonchè di diversi sindaci – alcuni dei quali accusati di avvelenamento colposo di acque. E nonostante sia nota a tutti la scarsa manutenzione cui vengono sottoposte le condotte dei Comuni, la stessa indagine ha fatto emergere come ci sia un problema strutturale a monte, prima ancora che a valle, e come nel bacino che fornisce acqua ai vibonesi sia in atto ormai da tempo un avanzato processo di eutrofizzazione (un processo degenerativo delle acque indotto da eccessivi apporti di sostanze ad effetto fertilizzante, che si manifesta con alterazione del colore e della trasparenza delle acque per le alte concentrazioni di microalghe). Ma non la pensano così i tecnici dell`agenzia regionale per la protezione ambientale, che dopo il sopralluogo «inatteso» sono arrivati alle conclusioni che Sorical porta avanti, a sua difesa, da tempo. «Se il problema esiste – si legge infatti nella nota diffusa dall`Arpacal – va ricercato forse nelle reti idriche urbane dove, la vetustà degli impianti e la non costante manutenzione, potrebbero incidere sulla qualità dell`acqua che esce dal rubinetto delle case dei vibonesi».
«Nel corso della visita alle varie sezioni impiantistiche – ha spiegato ancora Ielacqua – è stata verificata la qualità di tutto il ciclo produttivo. Abbiamo constato che nel corpo della diga, la presenza di distinte bocchette di presa consente al gestore di scegliere da quale profondità dell`invaso derivare l`acqua; al momento della visita ci è stato riferito che la derivazione veniva effettuata dalla bocchetta più vicina alla superficie. Un pannello di controllo, infine, rileva i dati idrologici e termometrici ed un`altra strumentazione controlla il comportamento strutturale ed idraulico della diga».