«La nomina della giunta Occhiuto-bis, la diffusione del cosiddetto “manifesto programmatico” e le recenti esternazioni di alcuni componenti della compagine dal governo municipale impongono alcune nostre chiare prese di posizione». Lo affermano, in una nota congiunta, i gruppi di Pse e Sel al Comune di Cosenza. Una lunga analisi della situazione al Comune di Cosenza e del documento programmatico che ha messo fine alla crisi aperta dalla revoca delle deleghe al vicesindaco Katya Gentile da parte di Mario Occhiuto.
«In primo luogo il metodo. Per oltre un mese – è scritto nella nota – i problemi cittadini sono passati, o, meglio sono rimasti, in secondo piano dal momento che sindaco e partiti della maggioranza erano occupati a stabilire la spartizione delle poltrone. Ora che è stato tutto assegnato sentiamo, via web, l`assessore più assenteista d`Italia, la signora Hauser, la quale, durante una sua lezioncina ministeriale avverte l`esigenza di dire che se le cose non vanno non è colpa sua ma dei dipendenti del Comune che impediscono a lei ed ai suoi colleghi di Giunta di tradurre in concreto idee, competenze e professionalità. Insomma per farla breve il disastro di una città in ginocchio non sarebbe ascrivibile alle sue responsabilità, per le quali è regolarmente remunerata, ma ai fannulloni comunali. A questo punto chiediamo al sindaco di far conoscere il suo punto di vista: condivide l`opinione della Hauser? In tal caso deve farci sapere quali misure abbia adottato, o abbia intenzione di adottare, per affrontare il problema. Non condivide quanto detto dalla Hauser? Allora deve revocarle la delega».
«Sul “manifesto programmatico” che ha come incipit parole come “gentilezza”, “rivoluzione pacifica”, “cambiamento progressivo” – prosegue la nota – le nostre perplessità sono, se possibile, ancora maggiori. Tutte le più belle parole del politichese sono state adoperate ma tutti i cosentini vedono e purtroppo capiscono che sono solo parole. Finora non si è vista alcuna “crescita”, non si è prodotto niente sul piano del lavoro e della integrazione sociale, del rilancio del commercio e della valorizzazione delle risorse culturali. Mentre con impudenza e sprezzo del ridicolo si usano parole come “investimenti nella ricerca”, “diritto alla salute”, “qualità del design”, “valorizzazione del merito”, la città è allo stremo, il Comune non riesce ad onorare i propri debiti, non paga nessuno, i servizi sono inesistenti, i quartieri degradati, le frazioni dimenticate, la sanità è da terzo mondo, si pensa solo alla gestione del potere ed ad incarichi di progettazione di opere pubbliche».
«L`ultima chicca – concludono Pse e Sel – è sulla “trasparenza” declamata e dichiarata in tutte le salse. Peccato che, a distanza di oltre venti giorni dalle assicurazioni fornite al consiglio comunale, il sindaco non abbia ancora fornito i chiarimenti dovuti sulla falsa perizia di Piazza Bilotti».
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