RENDE Da oggi Rende non ha più un sindaco. Vittorio Cavalcanti ha deciso di non tornare indietro e confermare le dimissioni presentate tre settimane addietro. Si cambia pagina, insomma. I passi a questo punto sono obbligati: il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, dovrà nominare un commissario che sarà chiamato a traghettare il Comune fino alle prossime elezioni. La vicenda politica si intreccia con quella giudiziaria perché a breve dovrebbe arrivare il responso del lavoro portato avanti dalla commissione d`accesso antimafia. I commissari hanno terminato il loro lavoro e la loro relazione si trova sulla scrivania di Cannizzaro. Nel caso in cui si dovesse procedere con lo scioglimento per condizionamento mafioso, i tempi del ritorno alle urne si allungherebbero ulteriormente.
Tornando alla vicenda Cavalcanti, c`è da dire che è fallito in extremis il tentativo di far rientrare la crisi politica. Sandro Principe e Mimmo Talarico, i due maggiori azionisti della maggioranza di centrosinistra che aveva vinto le elezioni nella primavera del 2011, ci hanno provato in tutti i modi a convincere il primo cittadino a fare un passo indietro. Per tutta la giornata di ieri hanno lavorato alla stesura di un documento che avrebbe dovuto segnare l`inizio di una nuova fase. Ma niente da fare. Cavalcanti si è mostrato irremovibile. E così alla mezzanotte di ieri è scaduto il termine per ripensarci. Per il centrosinistra, e in particolare per il Pd, è sicuramente un brutto colpo perché Rende era uno delle ultime grosse città calabresi guidata da un loro rappresentante. Intanto il centrodestra gongola e sogna il colpaccio: quello di riuscire a conquistare un Comune in mano alla tradizione socialista-riformista da oltre mezzo secolo. (0030)
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