Vibo e Crotone avevano appena tirato il fiato. Due giorni fa, la Corte costituzionale aveva bocciato il taglio delle Province contenuto nel decreto “Salva Italia”. Il decreto, varato dal Governo Monti, prevedeva, tra l’altro, l’eliminazione di due Province calabresi, Vibo Valentia e Crotone. I giudici della Consulta hanno ritenuto, però, che un provvedimento delicato come l’eliminazione delle Province «non costituisce materia da disciplinare con decreto legge». A spron battuto, il governo Letta ripresenta la proposta, inserendola, questa volta, in un disegno di legge costituzionale che ha come obiettivo l’eliminazione completa delle province. Tre gli articoli del nuovo ddl che intende ridefinire l’intero Titolo V della Costituzione. Con il primo articolo del ddl viene riscritto l’articolo 114 della Costituzione. La sua nuova formulazione recita così : «La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Regioni e dallo Stato». L’art. 2 si preoccupa, invece, di coordinare il testo costituzionale, cancellando il termine “Provincia”. Il ddl ha già ottenuto il via libera del consiglio dei ministri ed il premier Letta ha spiegato che il Governo vuole «salvaguardare i lavoratori delle Province e le funzioni degli enti Enti abrogati, rinviando ad una legge che ripartirà le funzioni che oggi sono in capo alle Province». Non sono mancate le voci contrarie, come quella di Antonio Saitta, presidente dell’Unione delle Province italiane, il quale, sul Corriere della Sera si chiede: «Ma davvero il Governo pensa che con un provvedimento bandiera che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia dal Paese, si riconquisti al fiducia degli italiani nella politica?».
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