RENDE Ora che l`accordo è praticamente fatto non c`è fine settimana che tenga: il secondo passaggio elettorale nel percorso che sceglierà il nuovo rettore dell`Unical richiede un impegno “straordinario”. Così, i supporter dei tre candidati minoritari si rivedranno domani. Mai si era vista tanta febbrile attività tra i cubi in un week end estivo. Evidentemente, la posta in palio è così alta che vale la pena sacrificare qualche ora di riposo.
I giochi, però, sono praticamente fatti. L`incontro di oggi ha definito il nome del candidato anti-Crisci: sarà Marcello Maggiolini a impegnarsi per intercettare i voti raccolti al primo turno da Patrizia Piro e Domenico Cersosimo (oltre, ovviamente, a cercare di confermare i propri consensi). In totale – se, per ipotesi, fosse possibile spostare in blocco le preferenze – Maggiolini potrebbe contare su un patrimonio di 444 voti, superiore al quorum registrato nella tornata del 1° luglio (430 voti). Sarebbe, in sostanza, il nuovo favorito. L`accordo non è ancora ufficiale ma, da quello che si apprende, per definirlo mancano soltanto i dettagli, che saranno chiariti nell`incontro programmato per domani.
E sono dettagli di non poco conto. Programmatici, innanzitutto. I tre candidati, infatti, partivano da posizioni molto diverse sulla valutazione del passato dell`ateneo. Maggiolini è il candidato sostenuto dal rettore uscente, Giovanni Latorre. Piro e Cersosimo, invece, hanno puntato tutta la campagna elettorale sulla discontinuità e sulla necessità di dare una nuova classe dirigente all`accademia. L`accordo con Maggiolini è anche un compromesso con quel passato, lungo 14 anni, tanto criticato negli incontri pubblici. E c`è chi giura che non sarà facile spiegarlo all`elettorato e “trasportare” quei voti senza perderne alcuno. Altra questione da discutere è quella degli incarichi da distribuire dopo il voto: in questo senso, a Cersosimo, molto meno contento dell`accordo rispetto alla collega Piro, potrebbe essere offerto il ruolo di prorettore (un curioso déjà vu, per l`ex vicepresidente della giunta regionale nell`era Loiero). Dettagli, appunto. Perché adesso (ri)parte la corsa alle preferenze.
E dall`altra parte, quella che sostiene Gino Crisci, non stanno a guardare. Potranno puntare sull`apparente contraddizione di uno schieramento che coniuga continuità e discontinuità, cercando di attirare gli scontenti. E punteranno sul quinto candidato del primo turno, quel Girolamo Giordano che non ha gradito il patto a tre, definendolo un inciucio, e potrebbe dare una mano proprio a Crisci, (anche) in nome di una vecchia amicizia. Se anche questa intesa diventasse concreta, il fronte Crisci passerebbe a 395 voti. E tutto si giocherebbe sugli indecisi e sugli elettori spiazzati dall`inciucio (o accordo programmatico) tra Maggiolini, Cersosimo e Piro. Una battaglia all`ultimo voto, insomma. Nella quale la politica non resterà a guardare. (0020)
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