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Dimissioni Lanzetta, la delibera della discordia

È bastato un unico voto contrario e l`esperienza di un sindaco donna e antimafia in un Comune della  Locride è finita. Tutto è avvenuto nel chiuso della sala giunta il 4 luglio scorso. In discussio…

Pubblicato il: 08/07/2013 – 15:33
Dimissioni Lanzetta, la delibera della discordia

È bastato un unico voto contrario e l`esperienza di un sindaco donna e antimafia in un Comune della  Locride è finita. Tutto è avvenuto nel chiuso della sala giunta il 4 luglio scorso. In discussione c`è la delibera numero 60 che ha per oggetto la “Modifica e integrazione deliberazione giunta comunale numero 34 del 16 aprile 2013”. Con quel provvedimento l`ente si era costituito parte civile nel procedimento penale in corso a Locri che vede come imputato, per concorso esterno in associazione mafiosa, abuso di ufficio aggravato e falso ideologico, un dipendente comunale coinvolto nell`operazione “Village”. Il 4 luglio il sindaco Maria Carmela Lanzetta avrebbe voluto estendere la costituzione di parte civile anche agli indagati visto che «il Comune di Monasterace in persona del sindaco pro-tempore, è individuato nel decreto di fissazione dell`udienza quale parte offesa nel procedimento penale». Nella delibera si legge anche che il provvedimento appare opportuno «al fine di vedere affermata la responsabilità penale degli imputati e, conseguentemente, di ottenere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, derivanti dalla commissione dei reati, quali ad esempio: il danno al prestigio e all’immagine istituzionale dell’ente, nonché il danno non patrimoniale patito trattandosi di fatti che hanno avuto grande risonanza e che hanno creato turbamento». La delibera viene così sottoposta al voto della giunta. Oltre al sindaco sono presenti tutti gli assessori: Francesco Siciliano, Saverio Genovese, Angelina Belluzzi e Clelia Raspa. La delibera passa, ma solo con 4 voti favorevoli. A spezzare l`unanimità è l`assessore Raspa con delega alle Politiche sanitarie, Personale, Pubbliche relazioni e Contenzioso. Proprio lei, medico che lavora nell`Asp di Locri, l`estate scorsa fu vittima di un grave atto intimidatorio. La notte dell`1 luglio, quando ancora la Raspa ricopriva il ruolo di capogruppo di maggioranza, la sua autovettura venne data alle fiamme.
Ora la sua scelta di votare contro quella delibera rischia di far crollare l`esperienza amministrativa che aveva condiviso fin dall`inizio. Per la Lanzetta quel voto contrario è un fatto gravissimo che mina le fondamenta della sua attività politica basata «sulla legalità e sul rispetto delle regole».

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