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Catanzaro, Legacoop: salvare il degrado urbanistico

CATANZARO «Il gasometro, ultimo esempio di archeologia industriale di Catanzaro, farà la fine del cementificio di Catanzaro Sala? Come Legacoop Cultura lanciamo un allarme più che giustificato per …

Pubblicato il: 09/07/2013 – 13:41
Catanzaro, Legacoop: salvare il degrado urbanistico

CATANZARO «Il gasometro, ultimo esempio di archeologia industriale di Catanzaro, farà la fine del cementificio di Catanzaro Sala? Come Legacoop Cultura lanciamo un allarme più che giustificato per l`incapacità dei nostri amministratori che in poche decine di anni, hanno snaturato un impianto urbanistico della città». Lo sostiene, in una nota, Quirino Ledda, responsabile settore Cultura della Legacoop. «In era fascista, nel 1938 – aggiunge – fu demolito il teatro comunale, l`antico “Real Francesco”, definito il San Carlino perché in piccolo era simile al San Carlo di Napoli. Nel 1936 fu abbattuta Porta Marina. Nel 1975 il complesso del Palazzo Serravalle, che rappresentava non solo una dimora nobiliare ma anche il cuore delle attività commerciali dell`attuale cosiddetto capoluogo, fu per volontà del Comune raso al suolo. Nel 1992 toccò al Teatro Comunale, il Politeama che disponeva una copertura mobile, che nel periodo estivo faceva godere le brezze della notte, in quegli anni demolirono il mercato che rappresentava un centro commerciale di notevole importanza anche in termini occupazionali. Nel 2012 inizia l`abbattimento del cementificio di Catanzaro Sala, senza che si lasci semplicemente un solo reperto. Abbiamo l`abbandono dell`ex convento, diventato ospedale militare, e il degrado del Palazzo Fazzari e del Teatro Masciari. Adesso tocca al gasometro, che l`incuria sta distruggendo?». «La domanda è legittima – dice ancora Quirino Ledda – perché nel corso di accertamenti la polizia giudiziaria afferma che l`affidamento per la progettazione del progetto Pisu, il documento per il suo recupero non risulta agli atti. Ma cosa ha rappresentato il gasometro nella nostra città? Il complesso industriale di Fondachello è stato costruito in tempi diversi. La struttura originaria, secondo la Soprintendenza, risale al 1878. L`ultima, la palazzina dove oggi ci sono gli uffici Italgas, è stata realizzata agli inizi del novecento in splendido stile liberty. Si tratta di un insediamento nato per la produzione di gas per l`illuminazione pubblica e civile della città e realizzato dall`imprenditore francese Luigi Annebique Pollet che, avendo avuto in concessione il servizio dal Comune, aveva ricevuto in concessione anche l`area su cui impiantare la fabbrica. La produzione di gas avveniva attraverso il trattamento di una particolare qualità di carbon fossile ed il gas ottenuto serviva ad accendere i lampioni nelle vie cittadine e  nelle case. I residui di produzione, come il catrame e parte del carbone, venivano utilizzati per altre attività. I due capannoni industriali con i forni sono in uno stato di totale degrado, come hanno scritto i tecnici della Soprintendenza nel loro rapporto. Se avessimo avuto la Sovraintendenza mista a Catanzaro, tutte queste demolizioni e abbandoni sarebbero avvenute?». (0090)

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