REGGIO CALABRIA Dagli spettacoli di un gruppo cubano a un film o una partita su Sky, da un costoso set di valigie a un singolo caffè: è un quadro quantomeno avvilente della classe politica locale quello che la Guardia di finanza reggina è stata costretta a disegnare a partire dalle spese che i consiglieri regionali si sono fatti rimborsare con fondi pubblici. Fatture, scontrini e ricevute che i militari hanno raccolto e analizzato per mesi e di cui adesso – mentre i procuratori Sferlazza e Centini continuano l’istruttoria necessaria ad approfondire i profili penali – sarà anche la Corte dei Conti ad occuparsi. Stando all’informativa, attingendo ai finanziamenti pubblici messi a disposizione delle strutture regionali per le “attività istituzionali” dei gruppi, politici più o meno noti sarebbero passati all’incasso per tutto: dall’argenteria alle cene, dai cappellini agli iPhone. Il costoso telefono è solo una delle spese pazze che i finanzieri hanno pizzicato fra i rendiconti firmati e approvati dal neosenatore Bilardi, che negli anni da capogruppo della lista Scopelliti Presidente nella contabilità del partito ha fatto confluire di tutto: articoli da regalo per decine di migliaia di euro, spettacoli, contributi per feste patronali, consulenze legali, convegni e rinfreschi. Ma nel conto sono finiti anche pranzi e cene, foulard e gioielli acquistati dal suo autista- tuttofare Giovanni Trapani probabilmente in sua vece. Una buona occasione – avrà pensato Trapani – per addebitare alla comunità anche i caffè, i gelati, i gratta e vinci, qualche granita e quel film o quella partita per cui Sky ha preteso cinque euro.
Ma i caffè avrebbero fatto scivolare anche il segretario questore del consiglio regionale, Gianni Nucera, che avrebbe addebitato al partito centinaia di singole consumazioni nei più noti bar di Reggio, dal centro alla periferia. Tra le ricevute non mancano quelle per gelati e granite, qualche pranzo o cena di lavoro, una Mont Blanc e un costoso regalo acquistato in una nota profumeria reggina. Regali di rappresentanza potrebbe essersi giustificato il consigliere, arrivato in consiglio con i voti dei popolari in quota Pdl. Più difficile potrebbe risultare a Nicola Adamo spiegare come mai il Gruppo Misto abbia versato sostanziosi contributi alla Fondazione “Idea” di Cosenza, il cui rappresentante legale è un dipendente del consiglio regionale. Il Gruppo non solo avrebbe pagato la Fondazione per l’uso della sede e delle relative apparecchiature, nonché per il lavoro di almeno un dipendente, ma anche le spese telefoniche, elettriche e di pulizia per la sede stessa. Un doppio pagamento molto sospetto per gli investigatori, che hanno annotato con dovizia di particolari la girandola di pagamenti. (0070)
x
x