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Se Serra non ricambia l`amore di Sharo Gambino

SERRA SAN BRUNO «Nonostante i miei ripetuti appelli e la mia formale richiesta presentata al Comune di Serra San Bruno, perché venga concesso alla mia famiglia uno stabile (tra i tanti scheletri di…

Pubblicato il: 10/07/2013 – 16:32
Se Serra non ricambia l`amore di Sharo Gambino

SERRA SAN BRUNO «Nonostante i miei ripetuti appelli e la mia formale richiesta presentata al Comune di Serra San Bruno, perché venga concesso alla mia famiglia uno stabile (tra i tanti scheletri diroccati che ci sono) da ristrutturare con fondi privati, quindi senza alcuna spesa da parte del Comune stesso, per poter “alloggiare” la Biblioteca Gambino, mi è stata negata questa possibilità. Mi trovo costretto a trasferire questo immenso patrimonio culturale in altro loco e Serra, grazie alla lungimiranza della attuale amministrazione comunale, verrà privata anche di questo bene. Se ne prenderanno la responsabilità morale con il paese, anche se, certamente, non si rendono conto di quanto si sta rifiutando e perdendo». Sono le parole con cui Sergio Gambino, figlio dell`intellettuale Sharo scomparso 5 anni fa, annuncia l`invio di una lettera aperta ai Comuni calabresi per chiedere «se qualcuno con una sensibilità diversa voglia dare spazio all`archivio di mio padre. Solo una frase di Sharo mi torna in mente in questo momento: “Amo e ho amato Serra di un amore viscerale, quasi morboso”… evidentemente l`amore non era corrisposto… Vorrei  saper se in Calabria c’è qualche comune disposto, con un progetto serio, ad ospitare la sede della Casa della cultura e il patrimonio della mia famiglia composto da oltre tremila volumi, un`emeroteca con le raccolte degli articoli originali di Gambino, raccolta in originale della poesia popolare calabrese (centinaia di inediti) e corrispondenza originale con i maggiori rappresentanti della cultura calabrese del secolo scorso (Zitara, Repaci, don Massimo Alvaro, Zappone) quadri di Enotrio, Spatari, sculture di Carnevali, Spatari e Correale, oltre allo studio di Gambino per la creazione di una Casa museo».
Nella lettera in cui richiedeva uno stabile in comodato d’uso al Comune di Serra, Sergio Gambino ricordava che «nei giorni scorsi, per volontà della famiglia Gambino, è stata fondata e presentata ufficialmente la Casa della cultura “Sharo Gambino”, un’associazione per lo sviluppo della cultura e del territorio attraverso cui la famiglia Gambino intende recuperare, valorizzare e rendere fruibile l’archivio che il compianto scrittore ha messo in piedi nell’arco della sua vita; tra gli scopi principali della Casa della cultura, che non ha finalità di lucro – né tantomeno politiche – c’è la costituzione di un osservatorio permanente che si occupi di cultura, legalità, servizi sociali, ambiente, turismo, lavoro; per perseguire queste finalità verrà realizzata una biblioteca multimediale, un’emeroteca, un archivio storico e diversi laboratori d’arte e artigianato per il recupero e la valorizzazione degli antichi mestieri; l’associazione si occuperà inoltre della promozione di iniziative di contrasto alla criminalità organizzata, tramite campagne educative e di diffusione della cultura e della cultura alla legalità e collaborazioni con le autorità nell`individuazione dei fattori sociali di radicamento e sviluppo dei fenomeni criminali e delle strategie sul piano economico e produttivo per contrastarne i rischi; tutto ciò verrà realizzato attraverso numerose attività di studio, di formazione e di ricerca sui fenomeni criminali, anche in collaborazione con enti, università e istituti di ricerca».
Gambino metteva in evidenza «il carattere puramente culturale e sociale dell`associazione e le ricadute estremamente positive (sia in termini di immagine e sia in termini economici) per il territorio» che la Casa della cultura “Sharo Gambino” avrebbe. Di qui la richiesta, alle amministrazioni comunali cui potrebbe essere spedita la stessa lettera, «di voler concedere in comodato d’uso pluriennale, con modalità e tempi da concordare» uno stabile «di proprietà comunale, da utilizzare come sede permanente dell’associazione».
Nella lettera al Comune del Vibonese, Gambino specificava che il «recupero strutturale» richiesto dall`ex carcere (la struttura individuata come sede della Casa della cultura) per diventare agibile poteva essere sostenuto «anche attraverso spese a carico dell’associazione, in modo da poter destinare i locali a biblioteca ed altri servizi che saranno messi a disposizione completa della collettività senza alcun aggravio di spesa per codesto ente». (0070)

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