REGGIO CALABRIA «Dopo tre anni di Piano di rientro siamo riusciti a ridurre di un terzo il disavanzo sanitario». In consiglio regionale è il giorno di Peppe Scopelliti, il commissario ad acta della Regione. Un’occasione unica, da non perdere, per rivendicare i risultati ottenuti a tre anni dall’avvio del Piano di rientro dal debito. Il governatore non si fa pregare e snocciola, uno dopo l’altro, tutti i dati che riguardano la “sua” gestione del settore. Il tutto a soli pochi giorni dalla riunione del Tavolo Massicci (l’organo interministeriale per il monitoraggio del Piano), prevista per la prossima settimana. Appuntamento al quale la Regione Calabria porterà un nuovo programma operativo – come annunciato in aula da Scopelliti – «frutto degli studi che questo gruppo dirigente ha portato avanti». Un documento non di «retroguardia», ma un programma «che aumenta la possibilità di rilancio della Regione», spiega il governatore.
Scopelliti legge gli appunti sull’immancabile iPad, parla lentamente, il suo aspersorio dialettico diffonde incenso: «Non ho mai conosciuto una classe dirigente capace di effettuare i tagli che abbiamo effettuato noi». Merito anche di una struttura commissariale capace di dare «l’accelerazione giusta per raggiungere i risultati che oggi possiamo illustrare», ottenuti – secondo Scopelliti – anche attraverso un controllo più incisivo sull’attività dei manager («se poi sbagliano è colpa della politica». E il caso Fallara?). E infatti, anche in questa circostanza, torna il lessico tanto caro al governatore, quando spiega come il Programma operativo rappresenti «un nuovo “modello” di sanità per offrire nuove certezze ai cittadini». Il documento «è frutto dell’esperienza maturata in questi anni», continua il governatore, convinto che il futuro sblocco del turnover potrà dare «risposte significative anche sulla qualità dei servizi».
Ma la relazione del commissario inizia da lontano, esattamente dal 2010, quando «all’atto dell’insediamento ci siamo trovati con un debito pregresso che, a conclusione del processo di ricognizione, vedeva la Calabria sotto di un miliardo e 441 milioni di euro. Una cifra spropositata». Una montagna di soldi che hanno rappresentato una sfida da vincere, «perché abbiamo dovuto dimostrare ai ministeri competenti come eravamo in grado di colmare questo debito».
Scopelliti ricorda le coperture offerte dalla Regione: 428 milioni di anticipazioni di liquidità («un mutuo che abbiamo dovuto contrarre per coprire una parte del debito»), 325 milioni di spettanze disponibili e infine i fondi Fas, pari a 688 milioni. Grazie a queste somme la Regione è riuscita a effettuare pagamenti per 202 milioni di euro (161 milioni di spesa centralizzata, il resto trasferimenti delle Aziende sanitarie), più altri 107 per i debiti maturati al 31 dicembre 2012.
«Nel 2008, a consuntivo – continua Scopelliti – avevamo una perdita di 195 milioni di euro, che si accumula al miliardo e 441 milioni. Nel 2010 erano 219, 110 nel 2011. Nel 2012 chiudiamo il consuntivo a -70 milioni di euro. Significa aver portato il dato del disavanzo sanitario sotto la soglia della fiscalità ordinaria, che si aggira attorno ai 114 milioni di euro». Eccola la «diminuzione di un terzo del disavanzo», secondo il commissario ad acta frutto di «un grande gioco di squadra nel quale si sono messe da parte le tentazioni verso gli interessi particolari a favore dell’interesse generale».
Risultati virtuosi che avrebbero potuto essere ancora più consistenti, se nel 2012 non ci fosse stato un taglio dei trasferimenti statali pari a «30 milioni di euro».
Poi Scopelliti spiega le ragioni che hanno portato all’aumento delle aliquote, necessario «per coprire il disavanzo delle annualità precedenti. Queste risorse ci aiuteranno a recuperare le annualità 2010-2011-2012».
La relazione spazia lungo tutti gli aspetti della sanità regionale, dove a un altro elemento fondamentale è il tasso di ospedalizzazione. Scopelliti rivendica una netta diminuzione, per una regione passata dai 186 ricoveri ogni mille abitanti di qualche anno fa ai circa 60 di oggi. «Abbiamo ridotto anche i posti letto – aggiunge il presidente –, in linea con lo standard di 3,7 posti previsto dalle indicazioni nazionali».
Dati a cui si devono sommare anche quelli relativi alla mobilità passiva della regione, «tra il 2009 e il 2011 diminuita del 3%». Il Piano operativo prevede inoltre l’aumento di altri 392 posti letto in tutta la Calabria che saranno spalmati in tutto il territorio regionale.
Altro nodo cruciale è quello che riguarda la costruzione dei quattro nuovo ospedali. Scopelliti assicura l’avvio delle procedure per l’assegnazione dell’ospedale unico della Sibaritide e di quello Vibo. Per quello della Piana, «la gara è ancora in fase di espletamento». La novità più grossa riguarda però Catanzaro. Il Pugliese-Ciaccio e la Mater domini faranno parte di «un’Azienda unica integrata entro il 2015», per poi in futuro far nascere un’Azienda unica. Il nuovo Programma salva anche il presidio di Rogliano. «Crediamo – ha detto Scopelliti – che possa far parte dell’Azienda unica di Cosenza». Ribadita anche l’integrazione dell’ospedale di Acri con lo spoke di Castrovillari. Entro il 31, poi, il governatore ha assicurato l’approvazione di tutti gli atti aziendali regionali. Infine, la promessa di nuovo «centro per il trattamento delle grandi ustioni, previsto all’interno dell’hub di Cosenza».
Ma Scopelliti non dimentica Reggio Calabria, dove – come annunciato più volte – nascerà la Cardiochirurgia. Salvo anche il presidio di Melito Porto Salvo, «in quanto unica è l’unica struttura di riferimento per una vasta fetta di popolazione».
L’ALTRA FACCIA DELLA SANITÀ
Al termine della relazione di Scopelliti, è stato Mario Magno (Pdl) a rimarcare la necessità di ampliare l’offerta delle Case della salute calabresi. Ma è da parte dell’opposizione che sono arrivate le bordate più pesanti all’indirizzo del governatore e della sua gestione commissariale. «La sanità calabrese è un problema di tutti, che ha bisogno di una capacità di guida», ha detto l’ex presidente della giunta Agazio Loiero. Che, oltre a “bacchettare” il suo successore, non manca di fare mea culpa: «I manager che abbiamo scelto, anche in passato, non sono stati all’altezza della sfida calabrese». Poi la fotografia della situazione attuale di una regione dove i Lea (Livelli essenziali di assistenza) continuano ad abbassarsi in modo drammatico: è questo il problema principale che dobbiamo affrontare».
Parla di risultati economici positivi Claudio Parente (Scopelliti presidente), che definisce i tagli alla spesa sanitaria come «un’operazione impensabile fino a qualche anno fa». Per il consigliere regionale catanzarese degna di nota è poi la controversa convenzione con l’ospedale “Bambin Gesù”, a suo parere un accordo «encomiabile» che ha fatto registrare una sensibile riduzione dell’emigrazione sanitaria, grazie a duemila famiglie che «non sono state costrette ad andare a Roma» per ricevere le cure necessarie.
I DUBBI DI PD E FDS, L`OK DELL`UDC
Meno entusiastico l’intervento di Carlo Guccione (Pd), che ricorda come, a tre anni dall’inizio del commissariamento, le aliquote Irap e Irpef siano le più alte d’Italia, senza dimenticare le sanzioni inflitte alla Regione dal Tavolo Massicci, «che ha ribadito il mancato rispetto dei livelli essenziali di assistenza». Ecco perché – e Guccione si riferisce a quanto affermato precedentemente da Scopelliti – «in Calabria esiste una sanità reale e una sanità virtuale». Scettico sui risultati esposti dal commissario ad acta Damiano Guagliardi (Federazione della sinistra), secondo cui «il debito crescerà ancora a causa dei soliti intoccabili (i manager, ndr). È lì che bisogna intervenire».
«Dopo anni di nuvole nere sulla sanità, il programma illu
strato oggi dal governatore Scopelliti può essere salutato con favore», ha detto Gianluca Gallo, in rappresentanza dell’intero gruppo udc.
Non la pensa allo stesso modo Demetrio Naccari Carlizzi (Pd), che stigmatizza la scelta di presentare una relazione programmatica senza il corredo di un atto amministrativo ufficiale. Per il consigliere democrat, il Piano operativo diffuso da Scopelliti arriva con «un ritardo di sette mesi» e mette in luce alcune contraddizioni. Naccari si riferisce, in particolare, alla diminuzione dei posti letto annunciata dal governatore durante il suo intervento. Affermazione che stride con l’aumento di 392 posti confermato subito dopo. L’ex assessore al Bilancio – dopo aver specificato che il disavanzo monstre della sanità riguarda il periodo 2000-2007 («ognuno deve prendersi il suo pezzo di debito») – ha criticato la politica «ospedalo-centrica» propugnata dal commissario ad acta e sottolineato l’anomalia dei manager regionali sprovvisti dei requisiti fondamentali per essere nominati ai vertici delle Aziende calabresi.
Mario Maiolo (Pd) chiude la discussione puntando invece sul sarcasmo: «Il presidente Scopelliti ci ha informato di aver mandato al Tavolo Massicci un Piano fatto di scelte “paradisiache”. Come se fossimo in Svizzera o in Toscana».
PROROGA DEGLI ABUSIVI
Non solo sanità in Consiglio. Al termine della seduta, su proposta del consigliere Fausto Orsomarso (Pdl), l’aula ha approvato la proroga delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Un provvedimento che ha mandato su tutte le furie Mimmo Talarico (Idv): «Non si può continuare a concedere proroghe».
(0070)
x
x