COSENZA Il bilancio passa, sia pure tra mille difficoltà. Infatti dopo la pignola relazione dell’assessore Vigna sono giunte le parole di fuoco di Enzo Paolini e dopo ancora quelle di Sergio Nucci. Finiti gli interventi Paolini, Perri, Cipparrone, Sacco e lo stesso Nucci hanno abbandonato l’aula. Sono rimasti invece i consiglieri del Pd, che si sono astenuti. Il consiglio comunale si era aperto con l’elezione di Michelangelo Spataro a vicepresidente dello stesso Consiglio. Una decisione rapida e senza eccessivi tormenti, che invece sono venuti tutti immediatamente dopo. Infatti uno dei punti all’ordine del giorno riguardava la condizione drammatica dei lavoratori della clinica Madonna della Catena, che restano senza stipendio da moltissimo tempo. L’opposizione si è presentata pronta ad affrontare la questione, con un documento che esprime solidarietà e impegna l’amministrazione a svolgere un ruolo attivo in questa difficile situazione, mentre appena oltre le transenne che separano l’aula del Consiglio dal pubblico, molti lavoratori della clinica rumoreggiavano. Il loro disappunto è aumentato soprattutto quando il sindaco si è allontanato, lasciando il dibattito, per poi tornare prontamente. Il documento proposto dall’opposizione ha visto il voto favorevole unanime, d’altra parte era difficile votare contro la solidarietà e l’impegno a favore di un cospicuo gruppo di lavoratori in difficoltà. Infatti mentre dall’opposizione il dramma dei lavoratori e in generale della sanità in città veniva imputata alle scelte operate da Scopelliti, dalla maggioranza giungevano parole indulgenti verso il governatore e che invece cercavano in un passato remoto le cause dell’evidente sfacelo. E tuttavia il nodo di maggiore importanza riguardava l’approvazione dei debiti fuori bilancio. Una questione affrontata da una lunga e molto tecnica relazione da parte dell’assessore Vigna. Come da copione è giunta l’astensione del Pd, annunciata da Marco Ambrogio, che tuttavia pur non votando contro, è stato impietoso nei confronti del sindaco, Paolini invece ha sparato zero anche contro il Pd, accusandolo di trasversalità, o peggio di aver scelto l’astensione perché consapevole dei debiti accumulati nel recente passato. Quando si è passati al voto sono rientrati i molti consiglieri di maggioranza che si erano allontanati, facendo perfino temere che potesse venire meno il numero legale. Il bilancio è passato con 16 favorevoli e cinque astenuti, i tre del Pd – Formoso, Lucente e Ambrogio – assieme a Frammartino e Savastano. (0050)
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