LAMEZIA TERME In due anni il patrimonio della Sacal ha perso quattro milioni. Due esercizi finanziari chiusi in perdita – oltre 2 milioni nel 2011 e 1,7 nel 2012 – e conti finiti nel tritacarne di una pessima operazione. La storia del bando “Calabria in volo” dimostra ancora una volta il “pressapochismo” di dirigenti, pubblici e privati, e il silenzio assordante dell`imprenditoria. L`iniziativa voluta e gestita con tutta leggerezza dai vertici della passata amministrazione – che ha messo in bilancio una voce d`entrata solo sulla base di una promessa politica – ha eroso in due anni tutte le riserve accumulate nel tempo dalla società che gestisce l`aeroporto di Lamezia Terme. Un`operazione che ha reso felice solo Ryanair, la compagnia low cost, mettendo viceversa a repentaglio il futuro del principale aeroporto regionale. Con una beffa finale: se non pagata, la società irlandese andrà via, gettando un`ombra nera sullo scalo lametino. E, come se nulla fosse accaduto, continua la gestione “allegra” del personale con il beneplacito di imprenditoria e politica. Quegli stessi che giocano alcune partite importanti con i bandi finanziati con i fondi europei.
Il servizio completo, “Manovre acrobatiche”, a firma di Roberto De Santo e Pablo Petrasso, è sul numero 108 del Corriere della Calabria, in edicola fino al prossimo 18 luglio
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