«Non è che io devo sacrificare l`amministrazione comunale perché la Leonia deve uscire in attivo». Questa frase, pronunciata il 20 gennaio 2005, dall`ex dirigente del settore Finanze e Tributi del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, è esemplare dell’intreccio di interessi che condizionava la città dello Stretto.
Posti di lavoro promessi dalla politica prima delle elezioni regionali del 2005, favori ai soci privati della municipalizzata Leonia che ha beneficiato di errori dell`amministrazione comunale «nella stipula del contratto di servizio, rivelatasi particolarmente onerosa» per Palazzo San Giorgio.
E ancora, le minacce dell`ex direttore generale della società mista, Bruno De Caria, ora in galera, che per ottenere condizioni sempre più vantaggiose ai danni del Comune «riferiva chiaramente quanti voti avrebbe potuto perdere il governo comunale dell`epoca se non si fosse trovata un`intesa sui lavoratori». L`amministrazione Scopelliti che, nei posti chiave della Leonia, aveva piazzato personaggi «che non avevano alcuna cognizione della stessa». Personaggi come il «presidente del consiglio di amministrazione, Francesco Tavilla, (il candidato di Scopelliti alle regionali, ndr) che non conosceva le problematiche dell`impresa e perciò veniva invitato a non partecipare a una riunione per riferire fatti relativi alla Leonia Spa».
C`è tutto questo, e anche di più, nell`informativa redatta dalla Direzione investigativa antimafia e depositata dal sostituto procuratore della Dda Giuseppe Lombardo nel fascicolo dell`inchiesta “49%” che ha travolto la società mista e ha spalancato le porte del carcere agli imprenditori Fontana e al direttore Bruno De Caria, definito da Scopelliti con il soprannome “il grande personaggio”.
In sostanza, gli uomini del colonnello Gianfranco Ardizzone, hanno riesumato le conversazioni registrate nell`ufficio di Orsola Fallara e le intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura nell`ambito dell`inchiesta “Dorian Gray” avviata dopo il rinvenimento del tritolo nei bagni di Palazzo San Giorgio grazie a una segnalazione del Sismi.
Oltre a quello del dirigente del settore Finanze e Tributi (morta nel 2010 dopo aver ingerito acido) e di Bruno De Caria, erano sotto controllo il cellulare dell`ex sindaco Giuseppe Scopelliti (oggi governatore della Calabria) e del city manager del Comune Franco Zoccali.
«La municipalizzata Leonia Spa — scrive la Dia — annovera tra le sue fila un direttore operativo ritenuto intraneo alla consorteria `ndranghetistica dei Fontana. Dalle conversazioni intercettate in esecuzione dell`operazione “Dorian Gray” si rileva come già nel 2004 De Caria Bruno Maria fosse il trait d`union tra la Leonia ed il Comune di Reggio Calabria segnatamente con Fallara Orsola, Paonni Igor (un altro dirigente, ndr). Vi sono anche riferimenti di rapporti fra il De Caria, Scopelliti Giuseppe, Zoccali Francesco e Barrile Antonio».
Per un lungo periodo, quindi, De Caria sarebbe stato «il collante tra la pubblica amministrazione e la famiglia Fontana».
Intercettazioni scottanti che, da nove anni, stavano accumulando polvere nell`archivio della Procura e che, oggi, diventano pubbliche. La Direzione investigativa antimafia le ha collegate alle recenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia come Consolato Villani che, nel verbale del 24 giugno 2011, tira in ballo l`ex assessore comunale all`Ambiente Antonio Caridi, diventato dopo assessore regionale alle Attività produttive e oggi eletto al Senato nella lista del Pdl. «Le assunzioni — ha affermato Villani — avvengono a seguito di una vera e propria lotta politica: l`ex assessore Caridi ha fatto assumere moltissimi soggetti dalla Leonia e dalla Multiservizi (l`altra società mista, ndr) in cambio di voti».
A proposito, nell`informativa è finita dentro un`intercettazione ambientale registrata nell`ufficio di Scopelliti il 10 febbraio 2005, poco prima delle elezioni regionali. Una registrazione «nel corso della quale — scrive la Dia — una persona non identificata chiedeva a Peppe (Scopelliti) lumi riguardo un`assunzione alla Leonia».
«Peppe entra in ufficio con un uomo — annotano gli investigatori — il quale dice che c`è un ragazzo che non sta lavorando. Peppe chiede il nome: Angelo Marino… Peppe chiama Orsola (Fallara, ndr) alla quale dice di recuperare Marino Angelo… L`uomo chiede come sia finita con la Leonia visto che Peppe gli aveva detto che lo avrebbero fatto lavorare alla Leonia. Scopelliti dice che, per adesso, è tutto fermo fino alle nuove elezioni, dopodiché appena scioglieranno il contratto di spazzamento la Leonia avrà altre aziende ed assumerà personale… Poi parlano di un`altra persona che ha lavorato in questura, un impiegato civile che fa politica, è di An… l`uomo chiede un trasferimento e Peppe dice che ne parlerà al questore».
Incroci di dati che hanno consentito agli uomini di Ardizzone, coordinati dal sostituto Lombardo, di fare luce su «alcune operazioni che hanno agevolato (e non poco) la Leonia Spa quale la forzatura del bilancio d`esercizio 2004 per far si che la Leonia avesse un risultato positivo».
«La rilettura delle intercettazioni di “Dorian Gray” – appuntano gli agenti della Dia — ha fatto altresì emergere che, nei confronti della pubblica amministrazione, il punto di forza del socio privato erano i lavoratori ed il serbatoio di voti che questi avrebbero potuto rappresentare».
Facendo leva sulla necessità della politica di non poter rinunciare al consenso elettorale dei dipendenti della Leonia, De Caria è riuscito a strappare un accordo che attribuiva al Comune l`onere del costo del personale. In un colloquio registrato in ambientale il 13 gennaio 2005, infatti, il direttore della società mista aveva «minacciato di creare problemi». Alla Fallara che «sembrava un po` titubante sui costi del personale, ritenuti particolarmente eccessivi, presentati da De Caria», quest`ultimo replicava «con un`articolata quanto velata minaccia».
«Ma allora…. – aveva affermato il direttore della società mista arrestato — Io vorrei chiedere una cosa, ma così pour parler… Poiché io me ne sto zitto, calmo no. Qual è l`effetto più negativo? Non ricevere 2000 voti per 100 persone o perdere i voti perché sarebbe perdere la società… la società mista… Eh? Perché bisogna metterle tutte sul tappeto le cose». Rivolgendosi direttamente alla Fallara ha aggiunto: «E quindi dottoressa il discorso è proprio qua… Per me il contratto 10 anni. Al quinto anno si rivede il piano finanziario… Queste sono le scelte scellerate. Starei attento perché se noi andiamo a toccare nel servizio definitivo qualche cosa che è… è difforme a questo piano potrebbero anche succedere grossi casini. Lei lo sa no? Lei lo sa che chiudiamo la società… tanto vinciamo al superenalotto!».
E al dirigente Paonni che «poneva dei quesiti circa i lavoratori da comandare alla Leonia», sempre velatamente De Caria cerca di far capire come l`accordo deve essere vantaggioso per il socio privato della municipalizzata: «A non lo so… perché può essere pure che la Leonia, non appena c`è la delibera dice: “bene signori avete deliberato? Ma andiamo a vedere che dice il Tar”. Perche questa qua nessuno l`ha messa in conto».
Il problema della raccolta dei rifiuti tormentava la dirigente del settore Finanze e tributi, in quel periodo pressata da Scopelliti per chiudere in fretta il bilancio del Comune. Un bilancio che, dalle conversazioni tra l`avvocato Franco Zoccali, il dirigente Paonni e la Fallara, doveva favorire la società mista gestita da De Caria. Alcune intecettazioni, secondo gli inquirenti, dimostrerebbero come i tre dirigenti comunali «si ponevano il problema di far si che il bilancio della Leonia si chiudesse in attivo».
Una necessità che «potrebbe essere stata una forzatura, cioé la rappresentazione di una realtà patrimoniale diversa da quella effettiva, probabilmente raggiunta con artifizi contabili che avrebbero potuto recare danno al Comune
di Reggio Calabria tant`è che la Fallara diceva di non essere intenzionata a sacrificare l`amministrazione per far si che la Leonia uscisse in attivo. Tale presa di posizione, però, non si traduceva in dati di fatto perché nel 2004 l`impresa raggiungeva il risultato di esercizio attivo di euro 225.477».
In altre parole, l`impegno di Zoccali, della Fallara e di Paonni si tradurrebbe – è scritto sempre nell`informativa — in «un falso in bilancio, poiché la Leonia aveva inserito anche le voci di ammortamento di mezzi che non erano mai stati acquistati».
La gestione delle società miste non convinceva la Fallara che «evidenziava gli eccessivi costi del servizio della Fata Morgana (2,5 milioni di euro per la sola raccolta differenzata dei rifiuti) rispetto a quelli della Leonia (un milione di euro)».
Parlando con Zoccali, la dirigente riferiva di una conversazione avuta con una terza persona: «Io ieri gli ho chiesto perché la Leonia mi costa un milione di euro e Fata Morgana mi costa 2,5 milioni di euro e lui mi ha risposto: “Io non avevo questa dimensione”».
Una soluzione, per il 2004, la Fallara l`aveva trovata comunque coprendo «la spesa perché era riuscita a concordare con i revisori l`Iva, però il costo rimane troppo alto».
Tutte intercettazioni che, con ogni probabilità, saranno utilizzate anche dal pm Sara Ombra nel processo sul “Caso Fallara” che, per la voragine nelle casse del Comune, vede imputati i tre revisori dei conti di Palazzo San Giorgio e l`ex sindaco Scopelliti al quale la dirigente morta nel 2010 non aveva risparmiato critiche quando lo invitava a «darsi una regolata»: «Non può elargire — si legge nei brogliacci delle intercettazioni della Fallara — contributi a destra e a manca ed a chiunque come ad esempio i 49mila euro per la mostra di Berlingeri… ha dato 18 mila ero di contributi sportivi per una società di atletica».
Ma le municipalizzate sono anche lo strumento per distribuire «incarichi di prestigio ad esclusivo appannaggio di persone di fiducia dello schieramento politico vicino all`allora sindaco Scopelliti Giuseppe».
Anche in questo caso, le intercettazioni si sono rivelate fondamentali. Come quella in cui «l`onorevole Giuseppe Caminiti caldeggiava a Peppe Scopelliti la nomina di tale Mimmo Neri a presidente della Fata Morgana, l`allora sindaco non raccoglieva l`invito poiché il 29 aprile 2005 veniva nominato, quale presidente del cda dell`impresa Logoteta Demetrio che subentrava all`avvocato De Leo Cesare».
Rispondendo all`ex parlamentare di Forza Italia, infatti, Scopelliti «gli dice che lui prima si deve raccordare con il partito e con Foti. Caminiti chiede se ci siano problemi e Scopelliti risponde dicendo che intanto hanno già accontentato Sarica (l`ex assessore comunale, ndr) con la nomina di Cosentino».
Rifiuti, `ndrangheta, società miste, incarichi politici e bilanci da far quadrare. «Perché —amava ripetere l`ex sindaco Scopelliti — la città pulita è superiore a tutto il resto».
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