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Riace, scoperte 7 piantagioni di canapa pari a  4 campi di calcio

RIACE Sette piantagioni di canapa indiana, per un`estensione pari a quattro campi di calcio, sono state individuate a Riace dai finanzieri del gruppo di Locri in collaborazione con quelli della Sez…

Pubblicato il: 16/07/2013 – 10:35
Riace, scoperte 7 piantagioni di canapa  pari a  4 campi di calcio

RIACE Sette piantagioni di canapa indiana, per un`estensione pari a quattro campi di calcio, sono state individuate a Riace dai finanzieri del gruppo di Locri in collaborazione con quelli della Sezione aerea di Lamezia Terme. Le 4.425 piante, tra le quali la costosa e tossica varietà “skunk” erano state sistemate su terrazzamenti confinanti tra loro tra le contrade Pipedo e Stanò di Riace ed erano coltivate in una zona impervia circondate da roveti e canne. Il quantitativo di canapa indiana individuata ammonta ad una valore di mercato di circa 4 milioni di euro.  

L`OPERAZIONE
È stato l`equipaggio di un elicottero della sezione aerea di Lamezia Terme, dipendente dal reparto operativo navale della Guardia di finanza di Vibo Valentia, ad individuare una delle sette piantagioni. Nel successivo controllo, i finanzieri del Gruppo di Locri hanno individuato anche le altre sei piantagioni di canapa indiana, di cui una di tipo “skunk”. Si tratta di un incrocio tra la qualità sativa e quella indica, attualmente una delle varietà più costose (circa 25 mila euro al kg) e nocive al mondo. Alcuni studi, hanno riferito i finanzieri, hanno evidenziato come la “skunk” sia 20 o 30 volte più potente delle vecchie varietà. Le piantagioni erano confinanti tra loro e ospitavano in totale 4.425 piante, coltivate su diversi terrazzamenti, interamente circondate da alti roveti e canne e in zona impervia. Su indicazioni del pm turno alla Procura di Locri Giuseppe Adornato, i finanzieri hanno estirpato le piante e le hanno distrutte col fuoco dopo averne conservato alcune per le analisi chimico-qualitative. Oltre alle piantine è stato sequestrato un complesso sistema di irrigazione costituito da tubi in polietilene nero. La sostanza stupefacente ricavata, qualora commercializzata, avrebbe fruttato guadagni illeciti sino a 4mila euro per ogni singola pianta. «Si tratta – ha detto il procuratore di Locri Luigi D`Alessio – di una scoperta sensazionale, non solo per la quantità di piante ma per la loro qualità. È raro, infatti, trovare in Italia piante del tipo “skunk”. Adesso le indagini proseguono per individuare i coltivatori. Ed è presumibile pensare che dietro la coltivazione ci sia la regia della criminalità organizzata». Il comandante del finanzieri del Gruppo di Locri, tenente colonnello William Vinci, ha sottolineato il valore della piantagione scoperta, evidenziando anche come i coltivatori abbiano cercato di impedirne la scoperta allestendola anche nelle vicinanze di pali dell`alta tensione per evitare il sorvolo a bassa quota degli elicotteri. (0090)

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