CATANZARO Liste di attesa, malpratice, accesso alle prestazioni sempre più difficile. È questa l’immagine del servizio sanitario nazionale secondo il XVI Rapporto Pit salute 2013 “Meno sanità per tutti – La riforma strisciante”, elaborato da “Cittadinanzattiva”, presentato oggi a Roma. In cima alle preoccupazioni degli italiani, le infinite attese necessarie per la maggior parte delle indagini mediche. Per una mammografia si aspetta fino a 13 mesi. E non va meglio per una visita urologica o pneumologica (un anno), o per un ecodoppler o una colonscopia, per i quali si attende fino a 9 mesi. Dati in peggioramento rispetto al 2011. Il Rapporto, che ha raccolto le segnalazioni di 27.491 cittadini, evidenza i dati regione per regione. Diverse le criticità emerse in Calabria, rispetto alla già non esaltante media nazionale. Nella regione si riscontrano il 25% delle segnalazioni che riguardano problematiche sanitarie in materia di invalidità e handicap. Con il 24,3%, ci sono le liste d`attesa, mentre il 15,5% è rappresentato dall`assistenza ospedaliera (Italia al 9,9%). I sospetti di malpractice e i profili relativi alla sicurezza delle strutture sanitarie in Calabria arrivano a quota 14% tra le segnalazioni pervenute. Il 12,4% è, invece, il dato relativo ai farmaci, rispetto a quello nazionale, che è pari al 6,5%. Il 4,8% dei calabresi effettua segnalazioni per l`ambito “informazione e documentazione” (in Italia la percentuale è del 12%), cui corrisponde un 2,8 % per l`assistenza territoriale a fronte del dato nazionale che si attesta al 15,3%. Lo 0,8% ha riguardo all` “umanizzazione delle cure” (a fronte del 3,8% nazionale con un prevalere di atteggiamenti sgarbati verso i pazienti che rappresentano oltre un terzo delle segnalazioni). Le patologie rare, infine, sono allo 0,3%, a fronte dell`1,2% in Italia.
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