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Calabria sul podio della povertà

Un Paese sempre più povero, anche negli strati che un tempo si sarebbero detti borghesi. E un picco di povertà localizzato al Sud, al quale la Calabria, ovviamente, non sfugge. Nel 2012, infatti, l…

Pubblicato il: 17/07/2013 – 11:26
Calabria sul podio della povertà

Un Paese sempre più povero, anche negli strati che un tempo si sarebbero detti borghesi. E un picco di povertà localizzato al Sud, al quale la Calabria, ovviamente, non sfugge. Nel 2012, infatti, le situazioni più gravi di povertà relativa si registrano tra le famiglie residenti in Sicilia (29,6%), Puglia (28,2%), Calabria (27,4%) e Campania (25,8%). Sono i dati del dell`Istat sulla povertà in Italia. La provincia di Trento (4,4%), l`Emilia Romagna (5,1%) e il Veneto (5,8%) presentano invece i valori più bassi dell`incidenza di povertà.

QUESTIONE MERIDIONALE
Al Sud la povertà delle famiglie raggiunge quasi il 50% nel caso in cui ci sia nel nucleo familiare una persona in cerca di occupazione. L`Istituto di statistica specifica che nel Mezzogiorno la condizione delle famiglie peggiora se vi sono 3 o 4 componenti (l`incidenza passa dal 20,5 a 31,1%), o se vi sono due figli (da 27,5% a 30,9%), e soprattutto se ci sono dei minori (da 26% a 32,7% nelle coppie con un figlio). In termini di spesa mensile, nel Rapporto si specifica che nel 2012 le famiglie meridionali in condizioni di povertà dispongono di 779 euro, 50 euro in meno rispetto alla cifra a disposizione di una famiglia del nord (825 euro) e 35 euro in meno rispetto a quella di una famiglia del centro Italia (810 euro).

I DATI IN ITALIA
Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti (1 milione 725 mila). Le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila), quelle in povertà assoluta l`8% (4 milioni 814 mila). Tra il 2011 e il 2012 aumenta sia l`incidenza di povertà relativa (dall`11,1% al 12,7%) sia quella di povertà assoluta (dal 5,2% al 6,8%), in tutte e tre le ripartizioni territoriali. La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro, circa 20 euro in meno di quella del 2011 (-2%). L`incidenza di povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% all`8,3%) e cinque o più componenti (dal 12,3% al 17,2%); tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta passano dal 10,4% al 16,2%; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9% si raggiunge il 17,1%. Aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e in quelle con membri aggregati (dal 10,4% al 13,3%). Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta tra gli impiegati e i dirigenti (dall`1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). La crescita dell`incidenza di povertà assoluta è tuttavia più marcata per le famiglie con a capo una persona non occupata: dall`8,4% è salita all`11,3% se in condizione non professionale, dal 15,5% al 23,6% se in cerca di occupazione. Le dinamiche della povertà relativa confermano molti dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta: famiglie con uno o due figli, soprattutto se minori (dal 13,5% al 15,7% quelle con un minore, dal 16,2% al 20,1% quelle con due); famiglie con tutti i componenti occupati (dal 4,1% al 5,1%), con occupati e ritirati dal lavoro (dal 9,3% all`11,5%), con persona di riferimento dirigente o impiegato (dal 4,4% al 6,5%, particolarmente marcata tra gli impiegati), ma soprattutt o in cerca di occupazione (dal 27,8% al 35,6%). L`unico segnale di miglioramento si osserva in termini relativi per le persone anziane sole (l`incidenza passa dal 10,1% all`8,6%), probabilmente anche perché hanno un reddito da pensione, per gli importi più bassi adeguato alla dinamica inflazionistica. (0020)

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