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«Pezzi esulta? Qualche magistrato leggerà le carte»

LAMEZIA TERME Continua il braccio di ferro, condito da un botta e risposta particolarmente virulento, tra Aurelio Chizzoniti e Luciano Pezzi. Il presidente della Commissione speciale di vigilanza –…

Pubblicato il: 19/07/2013 – 16:53
«Pezzi esulta? Qualche magistrato leggerà le carte»

LAMEZIA TERME Continua il braccio di ferro, condito da un botta e risposta particolarmente virulento, tra Aurelio Chizzoniti e Luciano Pezzi. Il presidente della Commissione speciale di vigilanza – in carica fino al prossimo 25 luglio, giorno in cui sarà sostituito in consiglio regionale da Antonio Rappoccio, riammesso nel parlamentino regionale malgrado sia imputato in due procedimenti giudiziari – non le manda a dire al sub-commissario per l`attuazione del Piano di rientro sanitario, che «fa bene ad esultare» per le «inique, reticenti, e distorsive decisioni assunte da un minoritario schieramento di magistrati che non contribuisce al recupero della credibilità della giustizia a Reggio Calabria. Già alquanto compromessa». Chizzoniti, in modo sarcastico, sottolinea come adesso, in seguito al suo “allontanamento” da Palazzo Campanella, il generale Pezzi, e non solo lui, «potrà recuperare quella serenità che una Commissione (quella di Vigilanza, ndr) composta da galantuomini ha unanimemente turbato attentando anche alle coronarie di un uomo di legge, che pur ostentando un invidiabile cursus honorum, non resiste alla tentazione di inneggiare al ritorno in Consiglio di un plurimputato contro il quale la Regione è costituita parte civile. L’importante, per l’ex tutore dell’ordine, è far fuori Chizzoniti che ha la pessima abitudine di ficcare il naso nelle giungla dei misteri della regione Calabria anche se ivi operano missionari governativi, intoccabili, perché autoreferenziali al punto da ritenersi protetti dall’immunità romana».
Il consigliere di “Insieme per la Calabria” – che nei giorni scorsi si è scagliato contro il provvedimento dei magistrati che riapre le porte del Consiglio a Rappoccio – evidenzia lo «strano concetto della legalità» di Pezzi, da paragonare – a suo parere – a quanto «si verificò all’interno dell’hotel di Stato ”Ucciardone” di Palermo quando la mafia brindò per festeggiare la barbara esecuzione dei magistrati Falcone e Morvillo. Vedremo, sul punto, cosa ne penseranno a livello ministeriale ove, mio tramite, è già  approdato il testo della sua farneticante esternazione con la raccomandazione alla stampa di integrale pubblicazione. Nel cui contesto si scopre che il generale, si ritiene “onorato” infoltendo quindi la già folta schiera di “tanti onorati nostrani”. Ci mancavano pure quelli di importazione provenienti da allevamenti padani».
Ma Chizzoniti non ha intenzione di arrendersi e lancia il suo avvertimento al sub-commissario, che nelle scorse settimane si è rifiutato di presenziare a un`audizione in Commissione di vigilanza sui badget sanitari: «Può stare tranquillo il generale in pensione, non solo per aver compensato il ritmo cardiaco, ma soprattutto perché il cigno prima di morire troverà tempi e modi per una capatina, non a Berlino, appannaggio esclusivo dei mugnai di turno che cercano di destreggiarsi acrobaticamente tra pastifici ed altro, ma a Piazza Matteotti di Catanzaro. Ove operano tanti magistrati inquirenti che sanno leggere le carte. Anche le più raffinate e sofisticate. Un’altra cosa è certa: aveva ragione anche il Principe della risata quando demarcava gli uomini dai generali -rectius– dai caporali. Soprattutto da quelli di giornata. Effimeri e di transito. Quelli che difficilmente in questa nobilissima terra qualcuno rimpiangerà». (0040)

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