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La presentazione del "Giudice meschino" innervosisce il governatore

REGGIO CALABRIA «Continuiamo a essere contrari a trasmettere un’immagine negativa del territorio raccontando quelle storie che enfatizzano aspetti attinenti all’illegalità, ma con il produttore sia…

Pubblicato il: 20/07/2013 – 15:09
La presentazione del "Giudice meschino" innervosisce il governatore

REGGIO CALABRIA «Continuiamo a essere contrari a trasmettere un’immagine negativa del territorio raccontando quelle storie che enfatizzano aspetti attinenti all’illegalità, ma con il produttore siamo giunti all’idea di offrire un mix che permetta di valorizzare anche le bellezze della Calabria». Anche di fronte alla trasposizione cinematografica della pluripremiata opera di Mimmo Gangemi, “Il giudice meschino” il governatore Giuseppe Scopelliti non riesce a vincere le perplessità più volte ribadite: «Alla Calabria non servono altri film sulla `ndrangheta». Ma sarà stato per l’accordo con il produttore, o per le rassicurazioni del regista Carlo Carlei, che pubblicamente afferma: «Questa è una storia di redenzione, non una storia di `ndrangheta. Il fatto che si svolga in Calabria non significa che necessariamente debba parlare di `ndrangheta», o ancora per la presenza nel cast di un attore di rango come Luca Zingaretti, alla fine anche lo scettico Scopelliti ammette: «Sarà una grande opportunità per questa terra». Eppure – afferma lo stesso governatore – il produttore Fulvio Lucisano ha dovuto faticare non poco, prima di riuscire a convincere il presidente della Regione Calabria della necessità di girare nel Reggino la miniserie di due puntate tratta dal libro di Gangemi che la Rai manderà in onda nel febbraio prossimo. «Per un periodo il cavaliere Lucisano mi ha inseguito per cercare di avere un incontro per spiegare il progetto», ricorda Scopelliti che sembra infine essersi fatto convincere dal produttore, tanto da affermare – con buona pace di superstizioni e scaramanzie proprie del mondo dello spettacolo: «Questo film sarà un grande successo proprio perché il produttore è di origine calabrese, il regista è calabrese, l’autore della storia originale è calabrese dunque è un progetto che vede protagonisti i calabresi, che stanno insieme e lavorano insieme per costruirlo».
Una riedizione in chiave cinematografica della parola d’ordine del “fare rete”, divenuta ormai consueta nelle esternazioni pubbliche del governatore, che forse  sulla vetrina, garantita dalla presenza di un attore di rango come Zingaretti, contava per rinverdire i fasti di quel “modello Reggio”, a cui veline e starlette – come dimenticare le ben remunerate passeggiate di Valeria Marini sul corso Garibaldi – hanno fatto per anni da volano. Ma non tutto è andato secondo le previsioni. Nel corso di quella avrebbe dovuto essere la serena e forse glamour presentazione della miniserie che nei prossimi mesi verrà girata a Reggio e provincia, non sono mancati i momenti di tensione. A far visibilmente innervosire il governatore ci ha pensato – per primo – il regista Carlo Carlei, che nel celebrare Reggio come «la città che il grande sindaco Falcomatà ha trasformato e reso bellissima», si lascia andare a un commento che Peppe Scopelliti non sembra per nulla gradire: «Mi auguro che lo stato di impasse causato dal commissariamento si risolva al più presto e che questa città possa essere amministrata nel modo che merita». Commento che il governatore preferisce non approfondire, limitandosi a rintuzzare il regista: «Reggio è bella non solo per quello che ha fatto il sindaco Falcomatà, ma anche e soprattutto per i progetti che la mia amministrazione prima e quella di Arena poi hanno portato avanti». Una polemica che lo stesso Carlei si affretta a spegnere sul nascere, trincerandosi dietro i lunghi anni di assenza da Reggio per giustificare la mancata conoscenza degli anni – e degli asseriti traguardi – dell’amministrazione Scopelliti. Evitato di un soffio l’incidente diplomatico a riprese non ancora iniziate, è stato il presidente della fondazione Calabria Film Commission, Gianluca Curti, a esplodere. Le diplomatiche parole iniziali con cui ha presentato la miniserie «come biglietto di arrivederci che io e il gruppo di lavoro che ha lavorato durante la mia gestione lasciamo perché a dicembre andiamo via», hanno aperto la strada all’amarezza e alla frustrazione quando il produttore Lucisano è stato costretto ad ammettere che «impiegheremo maestranza locale nella maggiore misura possibile, ma è difficile perché sono necessari tecnici specializzati e qui non ce ne sono». Parole che per Curti sono l’occasione per ricordare che «esiste un progetto per la costruzione di una scuola a Reggio, Cosenza e Catanzaro che formi specialisti e tecnici, ma il Cantiere Cinema Calabria non si è mai messo in moto. Nonostante il governatore si sia detto d’accordo, ho rincorso tre assessori regionali e non mi hanno mai filato. Nel frattempo altre due regioni l’hanno attuato», si lascia scappare Curti, ricordando che la Puglia è riuscita a impiegare migliaia di giovani investendo proprio in questo settore. «Noi il progetto lo lasciamo là – ha aggiunto – ben coscienti che per attuarlo ci vogliono soldi. Con i 211mila euro che sono stati stanziati per noi durante la mia gestione, non si fa nulla». Affermazioni amare, cui Scopelliti, che poco prima aveva rivendicato l’infelice operazione Italcitrus – l’ex fabbrica destinata a ospitare un centro Rai che non ha mai visto la luce e comprata a prezzo così esorbitante da costare all’allora sindaco il richiamo della Corte dei conti e un relativo risarcimento milionario che il terzo grado di giudizio dovrà decidere se confermare – preferisce non replicare, forse stupito dalle inaspettate insidie che la presentazione della miniserie ha messo sul piatto. Un clima che le parole di ringraziamento della star Zingaretti «per l’affettuosità e il calore con cui io e mia moglie siamo stati accolti» non riescono a stemperare. Quasi una falsa partenza per quella che – a detta dell’autore Mimmo Gangemi – «è un’occasione irripetibile di riscatto e per distruggere gli stereotipi che condannano la nostra bellissima terra». (0050)

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