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Caso Rappoccio, Chizzoniti "segnala" la vicenda alla Cancellieri

REGGIO CALABRIA Il presidente della commissione di Vigilanza e Controllo del consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, consegnerà al ministro di Giustizia, Annamaria Cancellieri, una nota sulla vice…

Pubblicato il: 22/07/2013 – 17:57
Caso Rappoccio, Chizzoniti "segnala"  la vicenda alla Cancellieri

REGGIO CALABRIA Il presidente della commissione di Vigilanza e Controllo del consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, consegnerà al ministro di Giustizia, Annamaria Cancellieri, una nota sulla vicenda del consigliere regionale Rappoccio.   «Dopo la trasmissione – afferma Chizzoniti – del voluminoso dossier al Csm, al Procuratore Generale presso la suprema Corte di cassazione e al ministro della Giustizia, il presidente della commissione di Vigilanza e Controllo del consiglio regionale Aurelio Chizzoniti ha depositato copia dello stesso dossier alle cancellerie del Procuratore generale presso la Corte di appello dottor Salvatore Di Landro e dottor Francesco Scuderi, Avvocato generale, del procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale dottor Federico Cafiero De Raho, del primo presidente della Corte di appello dottor Giovan Battista Macrì e del dottor Luciano Gerardis presidente del Tribunale reggino. Nella nota alla Cancellieri si rimarca lo specioso, ingannevole e superficiale comportamento sia del binomio Sferlazza-Musolino che del Tribunale ordinario, presieduto dal dottor Andrea Esposito e composto dai dottori Luigi Varrecchione e Mattia Fiorentini. Per questi cinque magistrati non esiste la benché minima possibilità di inquinamento delle prove da parte di Rappoccio al quale il tribunale della Libertà, presieduto dal dottor Filippo Leonardo, in data 25/02/2013, concedendogli il beneficio degli arresti domiciliari, ha ordinato, proprio per ragioni di cautela probatoria, che lo stesso venisse accompagnato a casa dalle carceri di Castrovillari, ove era detenuto, sotto scorta e con automezzi della polizia penitenziaria». «Motivando, altresì, approfonditamente – prosegue – anche sul versante delle imponenti esigenze cautelari ancora sussistenti. Oggi, dopo appena qualche mese e con tantissimi testimoni da escutere, Procura e Tribunale si sono assunti la gravissima responsabilità di non garantire la genuinità delle acquisende testimonianze,  restituendo, gelidamente, il pluri imputato all`esercizio delle funzioni di legislatore della Regione Calabria. Libero  di ricominciare. Spacciando sul punto, con perfida ipocrisia, la sospensione dello stesso dal partito di appartenenza e la chiusura della segreteria politica quali elementi sufficienti per conclamare l`insussistenza di qualsivoglia ragione cautelare. Dimenticando, però, che solo qualche mese addietro la Procura della Repubblica, coordinata dal reggente Sferlazza, aveva chiesto ed ottenuto misure coercitive personali nei confronti di un manipolo di dipendenti comunali assenteisti il cui tempus commissi delicti risale però a ben due anni addietro, quindi, tutt`altro che reale. E così, mentre la Procura reggina veste i panni del rigore e dell`intransigenza con i predetti dipendenti comunali, dopo qualche mese  deraglia clamorosamente e incoerentemente sui binari del politico Rappoccio, che continua a usufruire della benevolenza, indulgenza, bontà e comprensione della magistratura inquirente e giudicante cittadina». Chizzoniti invita, inoltre, il ministro Cancellieri e anche le altre Autorità cui è stato inviato il documentato esposto, a porre la seguente domanda ai  dottori Sferlazza, Musolino, Esposito, Fiorentini e Varrecchione: «Cosa è cambiato sul terreno della tutela probatoria e della reiterazione dei reati dal 25/02/2013 ad oggi?  Sicuramente nulla! Eccezion fatta – conclude  Chizzoniti –per la mia deposizione, già resa, ma forse non avevo capito che le preoccupazioni del Tdl in ordine alle testimonianze ancora da assumere, riguardassero me stesso. Evidentemente da qualcuno ritenuto soggetto debole, vulnerabile e, quindi, possibile destinatario delle “pressioni” di Rapoccio». (0090)

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