LAMEZIA TERME La legge “salvaprecari” incassa un`altra pesante bocciatura. Dopo l`impugnativa del governo dello scorso 24 maggio, la norma che mira a stabilizzare i circa mille precari della sanità calabrese viene demolita anche dal Tavolo Massicci (l`organo interministeriale per il monitoraggio del Piano di rientro dal debito), che chiede la revoca del provvedimento. È, in particolare, il direttore generale della programmazione sanitaria, Francesco Bevere, a esprimere «parere negativo» sulla legge fortemente voluta dal senatore Tonino Gentile e a invitare il commissario ad acta e governatore Peppe Scopelliti «ad attivare la procedura di cui all`articolo 2 comma 80 della legge 191/09». Quest`ultima prevede la rimozione di tutti quei provvedimenti – anche legislativi, come in questo caso – «che siano di ostacolo alla piena attuazione del Piano di rientro». Fin qui i “consigli” di Bevere, che però subito dopo riserva aspre critiche al consiglio regionale calabrese – dove la “salvaprecari” è stata approvata il 18 marzo scorso – e implicitamente alla stessa maggioranza di centrodestra guidata da Scopelliti: «Si rappresenta – scrive Bevere – che la continua approvazione da parte del consiglio regionale di leggi in contrasto con il Piano di rientro, con il piano commissariale e con la legislazione vigente è indicativa di criticità negli organi regionali nell`esercizio delle funzioni ordinarie proprie».
Un colpo duro da digerire per chi, nei mesi scorsi, aveva sbandierato in lungo e in largo la piena legittimità della norma. Ma le bacchettate di Bevere non sono finite. Il dg riferisce come sia stato il sub-commissario Luciano Pezzi a trasmettere la legge 12/2013, precisando che «“i sub-commissari” non hanno avuto alcun ruolo nella stesura della stessa”». Un modo per dire come – indipendentemente dalle volontà dello stesso Pezzi e di Luigi D`Elia – la maggioranza di centrodestra e il governatore abbiano agito in perfetta autonomia e senza tenere in considerazione il parere dei sub-commissari. Ecco perché Bevere riserva una precisa stilettata al governatore, quando ribadisce l`esigenza «del comportamento collaborativo tra struttura regionale, commissario e sub-commissari» e «di ricevere la documentazione sottoscritta dalla struttura commissariale nella sua interezza». È la sconfessione ufficiale delle due parti in commedia recitate dal governatore-commissario, chiamato da un lato a far rispettare i vincoli del Piano di rientro, in quanto principale autorità regionale in campo sanitario, dall`altro sempre sollecito ad assecondare le volontà – a quanto pare non del tutto legittime – dei propri alleati e compagni di partito.
Ma sulla “salvaprecari” il centrodestra non sembra comunque intenzionato a fare passi indietro, come dimostra la costituzione in giudizio della Regione contro il ricorso alla Corte costituzionale avanzato dal Consiglio dei ministri. Il tutto per mettere al riparo una norma da subito giudicata controversa, in una regione dove vige il blocco del turnover (misura che sarà valida almeno fino al 31 dicembre 2014). Infatti le norme previste per la stabilizzazione del personale a tempo determinato presenti nella “salvaprecari” si configurano – è scritto ancora nel verbale firmato da Bevere – come violazioni del blocco del turnover «disposto dalla Regione Calabria nel proprio Piano di rientro» e di quello automatico disposto «in conseguenza dei disavanzi non coperti relativi agli anni 2009, 2010, 2011, 2012 nelle rispettive riunioni di verifica annuale del Piano di rientro». (0020)
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