ACQUAFORMOSA «La scelta del governo di estendere il “Patto di stabilità” anche ai Comuni al di sotto dei 5000 abitanti impedirà, già a partire da quest’anno, a questi enti di poter gestire i progetti di accoglienza come avvenuto in passato». Il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, esprime le sue preoccupazioni in una lettera inviata alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e alla ministra per l`Integrazione Cecile Kyenge. «Da anni – aggiunge – nel comune da me amministrato, così come in quelli di Riace e Badolato in Calabria, ed in altri nel resto d’Italia, si stanno gestendo i progetti di accoglienza e integrazione dello Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo politico e rifugiati politici). Tali progetti hanno contribuito nel corso degli anni a dare tranquillità ai tanti ospiti presenti nelle nostre comunità e hanno altresì consentito di creare una filiera di microeconomia nei nostri borghi di cui hanno usufruito sia i piccoli commercianti che i nostri giovani, per lo più laureati, che gestiscono i progetti. In questi giorni stiamo rispondendo in modo positivo alle sollecitazioni del Servizio centrale (ministero degli Interni) dando la nostra disponibilità per allargare, come già avvenuto qualche mese addietro, la rete di accoglienza, ospitando altre famiglie di immigrati e contribuendo di fatto alla gestione civile degli sbarchi senza inutili allarmismi che hanno contraddistinto la gestione nel 2011/2012, definita “Emergenza Nord-Africa”».
Per Manoccio «nei fatti l’aumento di fruitori del progetto comporterà anche aumento alle entrate in bilancio con la conseguenza che, pur disponendo delle risorse, non potranno essere erogati i finanziamenti assegnati alle associazioni e alle cooperative che gestiscono i progetti, oppure il rischio sarà di sforare il “Patto di stabilità”. Tutto ciò metterà in ginocchio un sistema che ha sempre offerto garanzie e che è gestito dai comuni attraverso un bando nazionale emanato dal ministero degli Interni. Vi ricordo che nell’anno passato in Calabria abbiamo dovuto combattere contro l’insensibilità della Protezione civile regionale che per circa 9 mesi ha ritardato i pagamenti per i servizi offerti durante l’emergenza Nord-Africa, minando la credibilità dell’intero sistema e rischiando il ripetersi delle rivolte già avvenute a Rosarno negli anni precedenti. In tale situazione sarà difficile mantenere gli standard raggiunti in tali processi e si vanificheranno gli sforzi che l’attuale governo pone in essere per non creare allarmismi inutili e dannosi. In virtù dei fatti sopra esposti e consapevole della vostra sensibilità e attenzione in merito a tali tematiche, – conclude nella sua lettera – desidererei un vostro autorevole interessamento per chiedere al governo l’esclusione dei comuni sotto i 5000 abitanti facenti parte della rete dello Sprar dall’applicazione del “Patto di stabilità”». (0050)
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