CATANZARO «La telenovela dell`Arssa, oggi Arsac, continua. Siamo preoccupati per quanto si sta verificando alla neonata azienda regionale per lo sviluppo dell`agricoltura calabrese». Lo afferma, in una nota, la Fp-Cgil della Calabria. Dopo confronti e proposte, nel 2012, a Legge regionale n. 66 del 2012 aveva finalmente tracciato una linea di demarcazione tra il vecchio e il nuovo, nel tentativo di innovare e modernizzare i servizi all`agricoltura in Calabria, istituendo l`Arsac e liquidando definitivamente l`Arssa. «Nonostante il permanere di alcune contraddizioni, abbiamo salutato la legge con favore – dicono dalla Cgil – auspicando un vero rilancio dell`agricoltura in una prospettiva di sviluppo professionale per i dipendenti e in un`organizzazione degna di questo nome. Invece – rileva l`organizzazione sindacale – abbiamo assistito ad un ritardo eccessivo, oltre i termini di legge, da parte del presidente della Giunta regionale nella nomina del direttore generale primo atto necessario a dar vita alla nuova azienda». Nella scelta del nome – continua la Cgil – «è scaturita una verifica, ancora in corso, dei titoli del Direttore appena nominato (ma non si poteva fare prima?), che proprio in ragione di ciò non può esercitare pienamente il suo mandato: deliberare, redigere l`atto aziendale, produrre qualsivoglia atto; infatti, se lo facesse in mancanza dei requisiti, tutto sarebbe nullo, anche una banale circolare. E quindi all`Arsac si vive ancora come color che son sospesi».
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