Il rilancio della spesa pubblica attraverso le opere pubbliche, la situazione dei fondi comunitari, la sanità e la presenza opprimente della criminalità organizzata. Sono i temi affrontati dal segretario generale della Cgil Calabria, Michele Gravano, nel corso di una conversazione con l`Agi sulla situazione economica dell`estrema regione peninsulare. Scettico sui possibili effetti benefici della debole ripresa economica prevista per l`autunno, Gravano invoca un cambio di rotta per il Sud e la Calabria e paventa il rischio di una “tragedia sociale” nella regione in assenza di risposte sul precariato e gli ammortizzatori sociali. «I segnali di ripresa – dice Gravano – non mi sembrano consistenti e si configurano più come il risultato di una ripresa a livello europeo che da una spinta connessa ad azioni di stimolo a beneficio dell`economia del Paese. Abbiamo preso atto del segnale rappresentato dallo sblocco dei pagamenti a favore delle imprese, ma non c`è – continua – una politica finalizzata alla ripresa dell`industria e della domanda interna. Quindi non c`è da aspettarsi molto per quelle realtà in cui si registra una situazione di sofferenza particolare come il Mezzogiorno e la Calabria, che è il Sud del Sud e che presenta l`economia più gracile. Anche quei settori che avevano evidenziato qualche segnale di vivacità, come l`export, – fa rilevare il segretario della Cgil calabrese – hanno fatto poi registrare una flessione, in assenza di stimoli concreti». In questo contesto, Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato al governo regionale la convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali. L`iniziativa, peraltro, è stata apprezzata dal presidente della Confindustria calabrese, Giuseppe Speziali. «I nostri rapporti con il mondo imprenditoriale – dice al riguardo Gravano – sono buoni. Su alcuni temi dell`economia c`è un fronte comune con la Confindustria». I punti programmatici dell`azione sindacale sono una politica del credito a favore delle imprese che innovano, una politica industriale per il Sud del Paese, lo sblocco delle opere pubbliche progettate. Ma è soprattutto la partita dei fondi europei a preoccupare la Cgil: «Bisogna correre ai ripari sul fronte dei fondi comunitari, prevediamo la perdita di 2 miliardi di euro a fine anno per la Calabria, con un conseguente colpo per l`immagine oltre che per l`economia della regione». L`altra grande questione aperta è quella relativa alla condizione dei lavoratori precari e di quelli interessati alla proroga degli ammortizzatori in deroga. Circa 20.000 persone. «Occorre intervenire – dice – o avremo una tragedia sociale». In merito alla situazione del comparto sanitario, sostiene Gravano, «la situazione, nonostante i proclami, non è migliorata né dal punto di vista finanziario né dal punto di vista della qualità dei servizi». Gravano condivide l`appello del presidente della Confindustria calabrese in ordine alla gestione delle imprese sequestrate o confiscate alla `ndrangheta: «Vanno affidate ad amministratori competenti e, sotto questo aspetto, gli imprenditori calabresi, come avviene in altre regioni, possono dare un contributo stipulando accordi con le prefetture finalizzate alla ricerca di soluzioni positive». Sull`economia calabrese, in ogni caso, resta la pesante ipoteca della criminalità organizzata. «I colpi inferti alla `ndrangheta da parte degli organi di polizia e della magistratura – dice il segretario della Cgil – non devono essere sottovalutati. Occorre continuare su questa strada, attaccando i santuari ed i patrimoni delle cosche».
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