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A “Catonateatro” un Molière che fa sorridere e commuove

REGGIO CALABRIA Amore e denaro, donare e trattenere. Su queste contrapposizioni viaggia la commedia per eccellenza: “L’avaro” di Molière. Arpagone viene dipinto dal registra Claudio Di Palma non so…

Pubblicato il: 04/08/2013 – 10:37
A “Catonateatro” un Molière che fa sorridere e commuove

REGGIO CALABRIA Amore e denaro, donare e trattenere. Su queste contrapposizioni viaggia la commedia per eccellenza: “L’avaro” di Molière. Arpagone viene dipinto dal registra Claudio Di Palma non solo con tratti scuri e cupi che caratterizzano il suo vizio capitale ma anche con sfumature morbide e deboli che testimoniano tutta la fragilità del protagonista.
Quest’ultimo è stato incarnato sul palco di “Catonateatro” da un intenso Lello Arena che stupisce il pubblico per bravura ed interpretazione.
Arpagone, vecchio taccagno rimasto vedovo con l’unico scopo nella vita di arricchirsi e non disperdere neanche pochi centesimi, combina i matrimoni, molto convenienti, dei suoi due figli  i quali invece nutrono sentimenti puri nei confronti di altre persone.
I due figli, interpretati dai talentuosi Fabrizio Vona e Gisella Szaniszlò, cercano in ogni modo di sfuggire alle decisioni del padre che mostra tutta la sua avarizia non solo di beni ma soprattutto di sentimenti.
Un uomo profondamente solo, imprigionato dalle sue manie e fobie che non riesce a darsi all’altro incatenato a tutto ciò che è materiale che piange però quando il cocchiere (Fabrizio Bordignon) gli svela cosa si dice in paese di lui.
Gli innamorati dei due figli Valerio e Mariana, rispettivamente Francesco Di Trio e Valeria Contadino, riescono a conquistare i propri amori e a giungere a giuste nozze.
La particolare  scenografia, firmata da Luigi Ferrigno, con doppie porte e la collezione di sedie di Arpagone in bella vista fa da sfondo ad un “avaro” sofferente che non riesce a liberarsi del suo vizio e da tutto ciò che è legato ad esso.
I personaggi poi di Frosina e Freccia, Giovanna Mangiù ed Enzo Mirona, danno corpo all’inganno e all’intrigo; sono loro ad architettare il furto e la finta proposta di nozze che portano poi all’epilogo dell’opera francese.
«L’ avaro di Molière – ha affermato Lello Arena al termine dell’esibizione – è uno spaccato della società fortemente attuale. Si è alla ricerca spasmodica di ottenere ricchezze ed effimeri beni materiali ma non si ha la consapevolezza, purtroppo, che i “tesori” sono altri: l’amore per i figli, per una donna, il rispetto delle persone,  l’instaurare dei legami affettivi di qualsiasi genere. Ma la vita stessa ci pone spalle al muro perché la morte arriva per tutti e ciò che si è fatto in vita è solo opera nostra, e spesso è troppo tardi per correre ai ripari».
I produttori dello spettacolo sono due attori del cast, Fabrizio Vona e Francesco Di Trio, giovani che nonostante la crisi hanno deciso di investire su un progetto rilevatosi vincente.
La passione e la determinazione della troupe sono evidenti, non solo per quel che riguarda la recitazione pura ma anche nell’organizzazione e nella cura dei dettagli dello spettacolo.
«Abbiamo deciso – ha affermato Fabrizio Vona –  di allestire questa rappresentazione convinti che chi ha qualcosa da dire deve riuscire a farlo. Ci siamo messi in gioco, investendo su un progetto ambizioso che grazie all’apporto delle professionalità messe in campo sta regalando già belle soddisfazioni e “Catonateatro” ne è stato un esempio. Speriamo di continuare su questa scia». (0070)

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