Pubblichiamo di seguito una lettera aperta alla vice presidente della giunta della Regione Calabria, Antonella Stasi
L’arrivo ormai certo di 100 milioni di euro, destinati alla valorizzazione del patrimonio archeologico locale, più gli oltre 52 milioni derivanti dalla condanna della Syndial per danno ambientale alla città, non poteva non essere oggetto di discussione in un pubblico dibattito. Purtroppo l’abitudine di non partecipare le informazioni e le proposte ai cittadini, comunicate spesso non nel modo più chiaro sulla stampa o in qualche spot veloce in tv, rischia di alimentare false prospettive di crescita economica e di perpetuare il solito sistema assistenziale che brucia risorse preziose che dovrebbero essere impiegate a provocare davvero una rivoluzione culturale – educativa per tutti. Apprezziamo la risposta al nostro invito alla giornata dedicata al “Bene tuo” di sabato 3 agosto, e ha ragione a rammaricarsi per non essere stata presente, perché, sotto la sapiente guida di Margherita Corrado, tutti i partecipanti hanno potuto cogliere l’importanza di un sito come Capo Colonna e le straordinarie risorse archeologiche che questa città millenaria racchiude.
La decisione, non partecipata, di destinare quell’ingente somma alla scoperta e valorizzazione del quartiere settentrionale dell’antica Kroton, alla luce delle informazioni ribadite sabato scorso e mai contraddette da nessuno, ci lascia ancora più dubbiosi e fortemente preoccupati circa la sua utilità. Anche la recente rimodulazione della somma destinata, da lei annunciata, non la capiamo e non esplicita l’obiettivo dei restanti fondi. Ecco perché sarebbe stata importante la sua partecipazione ed anche quella di altri che hanno la responsabilità verso una intera popolazione da troppi anni in attesa di un indirizzo politico sapiente che la faccia finalmente decollare dalla stagnazione che qui supera e di molto l’odierna crisi generale. Anzi sono proprio i periodi o le occasioni di crisi che possono generare più motivazioni al riscatto, in questo caso, sociale.
Sabato 3 agosto avrebbe potuto ascoltare il perché non ha significato formare 400 ex lavoratori per «scavare l’antica Kroton, lato nord». Le campagne di scavo odierne non sono più come quelle dell’800, ma molto più sofisticate e per specialisti; il perché scavare il quartiere nord non porterebbe a ritrovamenti eclatanti e attraenti, fruibili dal turismo di massa, ma scoperte interessanti soltanto per studiosi dell’archeologia.
Il quartiere nord fu abbandonato fin dal III secolo a.C. e il materiale ivi esistente fu utilizzato per costruire altrove; in quel sito esistono solo i basamenti di pietrame delle abitazioni greche che non avevano pavimenti ma terra battuta e i muri di argilla cruda. Riportare alla luce tali reperti e lasciarli alla pioggia significherebbe che nel giro di 3-4 anni il sito sarebbe definitivamente distrutto e ridotto ad un ricettacolo di spazzatura.
Come lei ben sa, questa associazione si adopera da tempo per restituire valore ai beni archeologici e culturali di una città che sembra avere smarrito la memoria. L’identità di un territorio è fatto di elementi naturali come il paesaggio e di elementi della tradizione, di una civiltà. La nostra storia è stata finora costellata di abbandono scolastico, di dipendenza dal politico di turno, di insicurezze, di mancato rispetto delle regole, di emigrazione dei giovani, di trasformazione ambientale incontrollato.
“Il bene tuo” è stato il titolo della giornata del 3 agosto non a caso. Il bene ambientale e storico dobbiamo sentirlo nostro, solo così ne avremo cura fino alla gelosia, ma perché ciò succeda, occorre che lo conosciamo, che qualcuno ce lo faccia capire. Crotone, città da millenni sempre abitata perché munita di un importantissimo porto, ha ricostruito sempre su se stessa, ecco perché appena si scavano 20 cm di suolo affiorano resti storici. Dentro al centro abitato le odierne costruzioni nascondono le tracce di tutte le fasi di civiltà dei crotonesi. Sarebbe importantissimo quindi riscoprirle (là dove possibile!) ma con il coinvolgimento informativo dei cittadini, specie dei più giovani, senza riserve incomprensibili delle Soprintendenze, che sono uffici pubblici e non privati, che dovrebbero svolgere un’azione educativa verso la gente. E ancora la custodia e la cura dei monumenti e del paesaggio. Finora si è assistito a scavi archeologici eseguiti e troppo spesso abbandonati a se stessi, all’altro disastro di Crotone che è la spazzatura ovunque, ma questa è un’altra storia….
Capo Colonna ne è un colpevole esempio…. Emerge perciò la necessità di gestire tutto quello che già è stato portato alla luce in un modo diverso, fatto di manutenzione ordinaria, di custodia “fattiva”, non di custodia passiva. Ecco la formazione dove dovrebbe andare a parare: preparare persone che curino l’ambiente e i beni culturali che esso comprende. Lo sappiamo tutti anche se lo si dice troppo poco, che la città non è curata; i siti archeologici e storici meno che mai. Si può ancora parlare di formazione e creare aspettative di lavoro vero, magari facendo firmare un foglio di presenza di inizio e fine giornata, senza poi non essere impiegati a fare nulla, per avere la giustificazione burocratica e formale, per poter riscuotere uno stipendio per alcuni mesi, al termine dei quali, le persone falsamente “occupate” e “formate” ritorneranno al loro destino di individui ancor più mortificati e feriti nella loro dignità. È una storia già vista tante volte: per esempio, i 50 assunti a ridosso delle ultime elezioni comunali, che avrebbero dovuto informare e sensibilizzare i cittadini alla raccolta differenziata e invece, sa, signora Stasi, cosa facevano? Firmavano e se ne tornavano a casa a sbrigare le loro faccende personali. Tutto questo non per volontà loro. Sono i metodi per creare dipendenza e mantenere suddite le persone, negando loro la possibilità di svolgere un lavoro, negando loro la dignità di soggetti responsabili e liberi. Non consenta che ciò risucceda…. Ascolti gli esperti-studiosi e si batta per programmare e soprattutto realizzare un intervento vero che riscopra, come lei afferma nella lettera, l’identità crotonese. Le chiediamo perciò di ripensare il tutto e di destinare la straordinaria somma all`archeologia urbana (i vari siti scoperti, come la domus romana di via discesa Fosso dove non è stato posto nemmeno un cartello; o come piazza Bartolo Villaroja, che ha visto l’appassionato “tifo” di migliaia di cittadini e anche qui neanche un rigo per segnalarne la memoria); rendere fruibili i numerosi siti quali palazzo Foti, Banca Popolare del Mezzogiorno, area reparto microcitemia ospedale cittadino, stadio comunale, sito nei pressi dell’Inps, eccetera; recuperare i casali del Settecento–ottocento intorno all’area delle ex fabbriche, l`ex convento dei Cappuccini, i granai rimasti nella Marinella, eccetera; ampliare e migliorare la fruizione dell’immenso e inestimabile sito di Capo Colonna, unico nel suo genere in tutto il Mediterraneo.
Ecco, sono le cose che avrebbe ascoltato il 3 agosto nella sala del Comune, in chiusura della bellissima giornata che ha arricchito tutti i presenti, culturalmente e politicamente. (0070)
* Gettini di vitalba
** Sette Soli
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