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Coldiretti: «Il succo straniero diventa magicamente italiano»

«Buona la prima verrebbe da dire. La brillante ed importante operazione nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, effettuata  dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, dal Nucleo Agroalimentare Foresta…

Pubblicato il: 22/08/2013 – 17:01
Coldiretti: «Il succo straniero diventa magicamente italiano»

«Buona la prima verrebbe da dire. La brillante ed importante operazione nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, effettuata  dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, dal Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma, dal Corpo forestale dello Stato a tutela della qualità della produzione agroalimentare italiana e lotta alla contraffazione, trova plauso e sostegno di Coldiretti Calabria». È quanto si afferma in una nota della Coldiretti. «L`operazione – si prosegue – conferma quello che l`organizzazione attraverso varie iniziative confrontate da dati economici afferma da tre anni e cioè che il sistema, a tutto vantaggio delle industrie delle aranciate, spreme gli agricoltori e lavoratori extracomunitari ed inganna i cittadini-consumatori». «Il Corpo forestale dello Stato – sostiene il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – non ha lasciato sola Rosarno, e mettendo insieme con una efficace azione investigativa  vari tasselli, ha confermato che il succo concentrato straniero, una volta entrato nel porto di Gioia Tauro (dove è necessario intensificare i controlli), magicamente con false attestazioni, diventa italiano. Contribuendo così ad alimentare quella catena di sfruttamento che vede pagati gli agrumi a un prezzo da fame. Questa prima operazione in assoluto rilancia i nodi irrisolti della agrumicoltura da industria e mette ancora di più a nudo un intreccio malsano che fino a ora, non ha prodotto nulla di buono, anzi ha alimentato tensioni sociali e la consistente perdita di livelli occupazionali in agricoltura e nell`indotto». «Una buona occasione per rilanciare la questione Rosarno -sostiene ancora Molinaro- introducendo da subito l`indicazione di origine del succo sulle etichette delle aranciate che è essenziale per ripristinare comportamenti di sostenibilità nonché di eticità da parte delle industrie delle bibite, che non possono continuare ad alimentare la catena dello sfruttamento ed ad impoverire il territorio privandolo della sua naturale vocazione».

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