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DROGA A COSENZA | L`importanza di chiamarsi Abbruzzese

Nel provvedimento di fermo con cui la Dda ha smascherato il lucroso traffico di stupefacenti tra Cosenza e Cassano, gli inquirenti hanno ricostruito l`originale stratagemma messo in atto dalla fami…

Pubblicato il: 09/10/2013 – 19:23
DROGA A COSENZA | L`importanza di chiamarsi Abbruzzese

Nel provvedimento di fermo con cui la Dda ha smascherato il lucroso traffico di stupefacenti tra Cosenza e Cassano, gli inquirenti hanno ricostruito l`originale stratagemma messo in atto dalla famiglia Abbruzzese per sfuggire alle maglie della giustizia. Grazie a un ex affiliato al clan degli “zingari”, ora collaboratore di giustizia, è stato spiegato perché le ricerche documentali presso gli uffici Anagrafe dei Comuni sono particolarmente difficoltose quando riguardano i soggetti di etnia rom. «I componenti della comunità nomade – scrive nel provvedimento il pm della Dda Vincenzo Luberto – in molti casi registrano i propri figli con cognomi diversi rispetto a quelli legittimi». Per esempio, Fioravante Abbruzzese noto come “Banana” è stato registrato con il cognome Abruzzese, ossia con una solo “b”. Ancor più eclatante il caso di Giovanni Abbruzzese che per l`anagrafe porta il cognome Apruzzese. In altri casi il cognome è stato trasformato in Bruzzese omettendo la “a” iniziale. «Si tratta – spiegano gli inquirenti – di escamotage volti a confondere l`identificazione. Difficoltà che aumentano ove si consideri che gli zingari, spesso, si sposano fra cugini e quindi fra persone che hanno lo stesso cognome».
Il provvedimento di fermo fornisce, poi, una ricostruzione della scalata del gruppo rom che ha trasformato il quartiere “Timpone rosso” di Cassano nella sua base logistica. Gli Abbruzzese si trasferirono da Cosenza nella cittadina jonica dove erano state costruite delle case popolari. Hanno famiglie numerose per cui finiscono per essere i primi assegnatari degli alloggi. Si insediano ancor prima che gli edifici vengano completati occupando intere palazzine. «Nessuno – scrive la Dda – contrasta questa usurpazione perché nessuno vuole vivere vicino agli zingari». A guidare l`espansione su Cassano sono Antonio (classe 1958) e Celestino Abbruzzese fratelli di Fioravante detto “Banana” da sempre soggetto considerato vicino ai clan della ndrangheta cosentina. «È emblematico lo spontaneo posizionarsi dei nuclei familiari più vicini al ramo “predominante” della cosca nelle palazzine che circondano l`abitazione del capostipite storico Celestino Abbruzzese, “Asso di bastone”». I ruoli sono ben divisi: «al ramo familiare facente capo a Celestino è affidato il compito di coordinamento logistico degli affari illeciti tra tutti gli appartenenti al clan, Antonio (classe 1958) detiene invece la contabilità e dirige l`attività di narcotraffico, grazie all`ausilio dei suoi figli maschi». Tutti gli affiliati sono legati da vincoli parentali o «vengono cooptati tramite matrimonio». Così i due gruppi che gestivano lo spaccio a Cassano e a Cosenza erano in realtà «un`unica associazione». (0080)

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