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Romeo: «Non abbiamo ricevuto un solo euro per le case famiglia»

«Prendiamo atto con rammarico e amarezza delle dichiarazioni del vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Cosenza, Luciano Vigna il quale, diversamente da quanto annunciato nei giorni scor…

Pubblicato il: 12/10/2013 – 12:14
Romeo: «Non abbiamo ricevuto un solo euro per le case famiglia»

«Prendiamo atto con rammarico e amarezza delle dichiarazioni del vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Cosenza, Luciano Vigna il quale, diversamente da quanto annunciato nei giorni scorsi dall’assessore regionale al Bilancio Giacomo Mancini, ha dichiarato che, finora, non vi sarebbe stato alcun accreditamento delle somme da destinare alle case famiglia e ai centri diurni della città presso la tesoreria del comune di Cosenza». Lo afferma, in una nota, Gianni Romeo, presidente del Coordinamento provinciale dei servizi per minori, che da tempo si batte per un maggior rispetto e una diversa considerazione di queste realtà di accoglienza da parte delle istituzioni e della politica. «A questo punto – prosegue Romeo – non sappiamo davvero più dove andare a sbattere la testa. Fino ad oggi non abbiamo ricevuto un solo euro per il 2013 dagli enti preposti (Regione e Comuni) e, ancora una volta, siamo costretti a far sentire la nostra voce e a denunciare gli insopportabili ritardi accumulati nei pagamenti di rette che continuano a rimanere “da fame” (31 euro al giorno per le case famiglia e 11 euro per i centri diurni). Queste somme, infatti, sono assolutamente inadeguate e insufficienti a coprire le spese e ad affrontare i vari adempimenti che i nostri servizi devono svolgere. Più volte abbiamo chiesto un loro adeguamento ad un costo della vita che ogni giorno diventa sempre più alto, ma siamo rimasti inascoltati. I ritardi nell`erogazione delle rette si sommano ad altri ritardi. E ciò non avviene solo al comune di Cosenza, ma in tutta la realtà provinciale». «Per questo motivo – conclude il presidente del Coordinamento provinciale – abbiamo dato mandato ad uno studio legale per valutare ogni opportuna iniziativa da assumere per difendere e salvaguardare i sacrosanti diritti dei bambini che in queste strutture vengono accolti e ospitati e di quanti in esse lavorano e operano». (0050)

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