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Operatori informatici, indaga la Procura

REGGIO CALABRIA A poco più di un mese dalla sentenza con cui il Tar di Reggio Calabria ha annullato per la seconda volta il concorso per gli operatori informatici del consiglio regionale, la polizi…

Pubblicato il: 15/10/2013 – 17:39
Operatori informatici, indaga la Procura

REGGIO CALABRIA A poco più di un mese dalla sentenza con cui il Tar di Reggio Calabria ha annullato per la seconda volta il concorso per gli operatori informatici del consiglio regionale, la polizia si è presentata a palazzo Campanella con l`ordine di sequestrare i faldoni che saranno immediatamente trasmessi alla Procura della Repubblica reggina per i necessari approfondimenti.
Il 4 settembre scorso, il Tribunale amministrativo ha infatti censurato il modus operandi sia del Consiglio, sia della Cnipec, la società che gestiva le prove selettive, riscontrando pesanti anomalie nella gestione del concorso per 33 operatori informatici bandito nel lontano 2004, concluso dopo 8 anni e adesso da rifare. Una bella grana ancora lontana da una risoluzione definitiva, che riporta nell`incertezza dipendenti che lavorano per conto di Palazzo Campanella da circa tre anni. Gli operatori rifiutano categoricamente l`etichetta di «raccomandati» o di accettare l`ipotesi che le prove siano state oggetto di brogli, ma le motivazioni con cui il Tar ha accolto il ricorso di una delle partecipanti al concorso, sono pesanti e dettagliate.  E sono tante le lacune che – a detta dei giudici amministrativi – rendono quel concorso nullo.
«Sulla base di quanto attestato nei verbali (e con l’avvertenza sin d’ora che i verbali del concorso, come depositati in giudizio in copia autentica, presentano gravi lacune) – si legge nella sentenza – risulta che i modelli della prova pratica, in un numero (90) di pochissimo superiore ai candidati partecipanti (83), sono stati predisposti ben prima del giorno di espletamento dell’esame dalla società Cnipec». Una violazione palese della norma che regola i concorsi pubblici, secondo cui «le prove vengono predisposte dalla Commissione nello stesso giorno ed immediatamente prima del loro svolgimento e tutte le operazioni devono essere effettuate secondo modalità che garantiscano la segretezza delle relative tracce nonché degli elaborati». O meglio, per il Tar, una violazione duplice «sia sotto il profilo del momento di predisposizione delle prove, sia quanto al soggetto che, concretamente, ha provveduto alla formulazione delle tracce».
Per i giudici amministrativi, non è infatti possibile «desumere dagli atti della procedura quali cautele siano state adottate per assicurare la segretezza delle tracce di concorso o per assicurare che le stesse non siano state per tempo portate a conoscenza di terzi, anche alla luce del fatto che esse non sono state né predisposte né conservate dalla Commissione». Ma decisamente dubbi per il Tar sono anche i criteri utilizzati per selezionare i futuri operatori informatici regionali. «In sintesi, nella procedura oggetto del presente giudizio – spiegano i giudici del Tar – la Commissione ha valutato le prove svolte dai candidati basandosi su atti e documenti costituenti, nel loro complesso, i criteri di valutazione, che, da un lato, non risultano essere stati mai adottati dalla Commissione e, dall’altro, non sono stati resi noti, neppure sommariamente, ai candidati. L’indicazione dei parametri di valutazione contenuta nei verbali è in realtà solo fittizia, risultando che, nella realtà, nel corso della procedura sono stati utilizzati criteri di valutazione diversi, la cui paternità non è riconducibile alla Commissione». Tutto da rifare, dunque. Per l’ennesima volta. Ma adesso anche la Procura ha deciso di vederci chiaro. (0040)

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