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Morte sul lavoro, condannato responsabile della sicurezza

Si è concluso con una condanna a un anno e 4 mesi di reclusione, oltre al risarcimento del danno con specifiche provvisionali nei confronti delle patti civili, il processo a carico di Gerlando Mosc…

Pubblicato il: 21/10/2013 – 18:08
Morte sul lavoro, condannato responsabile della sicurezza

Si è concluso con una condanna a un anno e 4 mesi di reclusione, oltre al risarcimento del danno con specifiche provvisionali nei confronti delle patti civili, il processo a carico di Gerlando Moscato, responsabile della sicurezza nel cantiere per la realizzazione di una strada provinciale e di un ponte di collegamento tra il quartiere Alli del comune di Catanzaro ed il quartiere Apostolello del comune di Simeri Crichi, imputato per omicidio colposo a seguito del drammatico incidente sul lavoro in cui, il 18 dicembre del 2006, perse la vita l`operaio Domenico Salvaggio.
Il giudice monocratico di Catanzaro, Domenico Commodaro, ha emesso la propria sentenza al termine del processo di primo grado, ritenendo Moscato colpevole. L`uomo era stato rinviato a giudizio il 4 febbraio del 2009, quando il giudice dell`udienza preliminare aveva accolto la richiesta del pubblico ministero, Simona Rossi, nonché delle parti civili, e cioè i familiari della vittima (rappresentati dagli avvocati Aldo Casalinuovo e Giacomo Malfa), e l`Inail. Proprio in vista del risarcimento del danno, insieme a Moscato erano stati citati nel procedimento, in qualità di responsabili civili obbligati a pagare in solido, anche l`Amministrazione provinciale di Catanzaro, e la “Consortile Apostolello”, ditta che ricevette in appalto i lavori dalla Provincia. I tragici fatti di causa risalgono a oltre sei anni fa, quando Salvaggio, 40enne originario di Favara, in provincia di Agrigento, mori` folgorato da una scarica elettrica. Secondo la ricostruzione del fatto operata dagli inquirenti l`operaio, mentre manovrava con la gru nei pressi del costruendo viadotto, proprio sotto una linea elettrica aerea, avrebbe urtato con il braccio meccanico un cavo dell`alta tensione, tranciandolo.  L`uomo restò ucciso sul colpo dalla scossa micidiale, che non gli lasciò scampo, rendendo inutile anche il tempestivo intervento dei sanitari del 118. Sul posto intervennero i carabinieri della stazione di Simeri Crichi che avviarono le indagini, nell`ambito delle quali l`allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Francesco De Tommasi, sequestrò il cantiere e il camion-gru della ditta, nonché le due estremità del cavo elettrico tranciato per i dovuti accertamenti. Seguì una richiesta di rinvio a giudizio per violazione delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e in particolare di quella che vuole che le gru vengano posizionate a non meno di cinque metri di distanza dai cavi dell`alta tensione, oppure, in caso siano più vicine, che si chieda preventivamente all`Enel di togliere la corrente.

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