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Processo Marlane, primo sopralluogo dei periti

PRAIA A MARE Con il giuramento dei periti del Tribunale di Paola e dei consulenti di parte si è aggiornato alla prossima udienza il processo contro vertici e dirigenti dell`ex stabilimento Marlane …

Pubblicato il: 21/10/2013 – 19:11
Processo Marlane, primo sopralluogo dei periti

PRAIA A MARE Con il giuramento dei periti del Tribunale di Paola e dei consulenti di parte si è aggiornato alla prossima udienza il processo contro vertici e dirigenti dell`ex stabilimento Marlane di Praia a Mare. Sono 13 gli imputati accusati di omicidio colposo plurimo e di aver cagionato, a vario titolo, un disastro ambientale in quest`area. Dopo il giuramento, i quattro periti del Tribunale – i docenti Giuseppe Paludi e Maria Tralassi di Napoli; Pietro Comba di Roma e Piergiacomo Betta di Alessandria – hanno già effettuato un primo sopralluogo sui siti incriminati. Ad iniziare dalla fabbrica in cui, secondo l`accusa, per i materiali utilizzati all`interno, sarebbero morte decine di operai. Ufficialmente 108 anche se è praticamente impossibile fare una stima precisa visto che i 1.058 lavoratori che hanno prestato servizio nei 40 anni di attività provenivano anche da fuori regione. Una scelta, quella di nominare dei periti, voluta fortemente dal presidente del Tribunale di Paola, Domenico Introcaso, e che punta a chiarire definitivamente che tipo di materiale sia stato utilizzato in quella fabbrica che dagli anni 60 produceva filati. Secondo l`indagine portata avanti dalla Procura di Paola, gli operai della Marlane avrebbero contratto queste specifiche forme tumorali durante il periodo nel quale, appunto tra il 1969 e il 1996, all’interno del capannone industriale dell’azienda era attivo il reparto di tintoria. Proprio quel reparto, per molti, sarebbe la causa scatenante di queste “morti bianche”. Le esalazioni provenienti dalle macchine utilizzate per tingere la lana e le fibre sintetiche lavorate alla Marlane si sarebbero diffuse nello stabilimento dove lavoravano gli operai che conseguentemente le avrebbero respirate per anni. Si tratterebbe di coloranti per lo più derivati di ammine aromatiche, alcune delle quali tristemente famose per il loro potere oncogeno, tra l’altro, sulla vescica. Da qui l`importanza di stabilire con esattezza la composizione chimica e i materiali utilizzati e se queste siano classificate – «secondo la scienza e l`esperienza del periodo di riferimento all`attualità» – tra gli elementi potenzialmente cancerogeni. Un obiettivo a cui i periti nominati dal Tribunale dovranno dare una risposta. Proprio per consentire un`indagine approfondita, gli esperti – in materie che spaziano dalla chimica alla medicina sul lavoro – hanno chiesto sessanta giorni di tempo. Anche se la complessità delle operazioni potrebbero far slittare ancora di più i tempi. L`udienza nella quale saranno forniti gli esiti di quelle perizie è fissata per il 20 dicembre. Mentre il prossimo appuntamento con il processo sulle morti della Marlane è fissato per il 25 ottobre. Venerdì saranno sentiti altri due testimoni delle parti.

LA SPADA DI DAMOCLE
Proseguirebbero a ritmo serrato, intanto, le trattative avviate tra la Marzotto e i legali delle parti civili per raggiungere un accordo transattivo che porterebbe a un risarcimento tombale per i presunti danni cagionati agli ex operai della fabbrica tessile. Si tratta di oltre duecento persone – tra operai o familiari di lavoratori deceduti per le malattie che sarebbero state contratte proprio all`interno dell`ex stabilimento tessile di Praia a Mare – che sono state ammesse al processo Marlane. La proposta, su cui si baserebbe la trattativa, ammonterebbe a trentamila euro per ogni membro della famiglia dell`operaio deceduto o singolo lavoratore superstite. Una cifra esigua che avrebbe portato alcuni soggetti a denunciare questa vicenda che sta dividendo ancora una volta il fronte degli operai. Anche se, stando ad alcune indiscrezioni, sarebbero già in molti ad aver optato per questa soluzione. Il timore percepito da questi lavoratori sarebbe quello di dover pagare anche cospicue parcelle per le spese legate al processo. Soprattutto se l`esito dovesse essere negativo. Un`eventualità divenuta ancor più probabile dopo la sentenza emessa dalla Corte di cassazione che ha annullato il risarcimento a favore di Luigi Pacchiano, uno degli ex operai dello stabilimento, che dopo aver contratto un tumore alla vescica aveva fatto causa alla Marzotto ottenendo nei due gradi di giudizio un cospicuo risarcimento. Una decisione ribaltata dalla Suprema corte che ha accolto, viceversa, il ricorso della società proprietaria dell`ex stabilimento praiese e rinviato la vicenda alla Corte d`appello di Potenza anche per decidere le spese del giudizio. Una scelta che suona come una spada di Damocle sull`esito del processo in corso a Paola e che potrebbe giocare un ruolo determinate nella decisione delle parti civili di accettare il risarcimento. Anche se per molti versi questa scelta avrebbe il sapore amaro della sconfitta. (0090)

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