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A sedici anni chiedeva il pizzo ai commercianti Fermati cinque esponenti del clan Gallico

REGGIO CALABRIA A 16 anni il «posto se lo era chiamato» e si presentava di persona a minacciare e riscuotere il pizzo tra i tanti operatori economici di Palmi. G.A., figlio di un capobastone detenu…

Pubblicato il: 22/10/2013 – 8:09
A sedici anni chiedeva il pizzo ai commercianti Fermati cinque esponenti del clan Gallico

REGGIO CALABRIA A 16 anni il «posto se lo era chiamato» e si presentava di persona a minacciare e riscuotere il pizzo tra i tanti operatori economici di Palmi. G.A., figlio di un capobastone detenuto con pesanti condanne definitive, già dal 2010, era controllato dagli agenti del commissariato di polizia di Palmi, diretti dal vicequestore Fabio Catalano, che ha eseguito le indagini. Ed oggi è stato sottoposto da personale del Commissariato e della squadra mobile di Reggio Calabria a fermo assieme a Antonio Cosentino (52), Rocco Bartuccio (27), Rocco Brunetta (36), e un altro minore di cui non state rese note le iniziali nell`ambito dell`operazione che ha portato al fermo di cinque componenti del clan Gallico della Piana. Nel corso dell`operazione della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Palmi sono stati eseguiti cinque provvedimenti di fermo emessi dalla Dda e dalla Procura per i minorenni nei confronti di persone ritenute facenti parte, a vario titolo, della cosca di `ndrangheta dei Gallico, che opera a Palmi. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata commessa in danno di operatori economici. Nel corso delle indagini è stato accertato che gran parte delle risorse economiche impiegate dai Gallico per il sostentamento dei componenti del nucleo familiare, compresi i detenuti, per l`acquisto di beni mobili e immobili e per l`avvio di attività commerciali, era provento di attività estorsive poste in essere indifferentemente nei confronti di imprenditori e commercianti di Palmi. Hanno collaborato con gli investigatori della polizia contribuendo così allo sviluppo delle indagini che stamani hanno portato all`esecuzione di quattro fermi, alcuni imprenditori e commercianti di Palmi vittime delle estorsioni. Nel corso dell`operazione sono stati eseguiti quattro dei cinque fermi emessi. Secondo quanto emerso dalle indagini, le estorsioni avvenivano sia nel modo classico, con la richiesta di denaro per evitare ritorsioni, sia con l`imposizione di mano d`opera a imprese impegnate in lavori edili nella zona.

LA CONFERENZA STAMPA
«Si tratta – ha detto il procuratore della Dda reggina Federico Cafiero de Raho – di un gruppo criminale agguerrito, che in assenza dei capi della cosca Gallico aveva avviato un`intensa attività estorsiva a Palmi. Hanno iniziato a chiedere somme di danaro per il sostentamento dei detenuti e dei parenti in carcere, progettando gradualmente le estorsioni. Addosso ad un minorenne che accompagnava G.A. gli agenti hanno trovato la lista degli imprenditori a cui imporre il pizzo con le cifre riportate a fianco di ogni nominativo. Non tutti però hanno accettato l`imposizione e si sono così rivolti allo Stato per porre fine a questa angheria insopportabile». All`incontro con i giornalisti ha partecipato anche il procuratore dei minori Carlo Macrì. «Tra l`attività dei capicosca e le giovani leve – ha detto Macrì – non si nota soluzione di continuità. È in gioco il controllo del territorio e, malgrado l`età, G.A. aveva assunto un ruolo di primo piano: si presenta in prima persona a nome del capo bastone in carcere, ricorda agli usurati di versare quanto pattuito, minaccia di gravi rappresaglie chi non paga il pizzo. Già dal 2010 la Procura dei minori aveva segnalato il caso al Tribunale che aveva ordinato il ricovero di G.A. in un centro di accoglienza proprio per sottrarlo alle logiche criminali. I servizi sociali del territorio, invece non hanno mai dato corso al provvedimento, lasciandolo inattuato». Il questore Guido Longo ha voluto sottolineare «la positività del percorso avviato dalla Procura dei minori, unico in Italia, volto a recuperare i minori membri di nuclei familiari mafiosi. È una strada ardua e la `ndrangheta si batte se si è uniti e perciò invito quanti non fanno il loro dovere a cambiare atteggiamento. Voglio infine ringraziare il Servizio centrale operativo della polizia che sta impegnando generosamente uomini e mezzi in Calabria, segno che lo Stato non rinuncia né rinuncerà mai alla propria funzione».
Il dirigente del commissariato di Palmi Fabio Catalano ha ringraziato gli imprenditori palmesi che hanno deciso di denunciare gli estorsori. (0050)

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