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`Ndrine al Nord, pm intimidito scrive al questore

MILANO Il pubblico ministero Marcello Musso, titolare del fascicolo sulla famiglia Miriadi di Vimercate, secondo gli inquirenti in affari con Bartolo Foti, uomo di `ndrangheta legato al “locale” di…

Pubblicato il: 22/10/2013 – 12:00
`Ndrine al Nord, pm intimidito scrive al questore

MILANO Il pubblico ministero Marcello Musso, titolare del fascicolo sulla famiglia Miriadi di Vimercate, secondo gli inquirenti in affari con Bartolo Foti, uomo di `ndrangheta legato al “locale” di Desio, coinvolto nell’operazione Infinito del luglio 2011, ha scritto una lettera al questore di Milano per denunciare «atteggiamenti intimidatori e provocatori» durante le udienze al tribunale di Monza. Si tratta – scrive Davide Milosa sul fattoquotidiano.it – di una missiva inviata anche al comandante dei carabinieri di Monza, al dirigente del nucleo scorte e al questore Luigi Savina. E nella quale denuncia «atteggiamenti intimidatori e provocatori posti in essere tra il numeroso pubblico composto non solo dai parenti dei detenuti ma da numerosi personaggi interessati a seguire il processo». Per tale motivo il giudice Brambilla, l’estate scorsa, ha sospeso l’udienza e ha affermato: «Chiameremo un carabiniere che sarà presente in aula (…) terremo in aula un carabiniere fisso (…) anche per la presenza di molto pubblico, di una forte conflittualità». Musso ha ereditato il fascicolo da un collega della Dda di Milano. Inizialmente i capi d’imputazione non erano aggravati dall’articolo 7 (associazione mafiosa). È stato Musso ad aggiungerla e a chiedere condanne fino a 27 anni. Un riformulazione basata su molte intercettazioni e sui rapporti tra i Miriadi con uomini che la Procura di Milano ritiene legati alla ‘ndrangheta. Tra questi, oltre a Bartolo Foti, anche il nipote Vincenzo Cotroneo (solo indagato nell’inchiesta “Infinito”). Lo stesso che più volte è andato a trovare lo zio nel carcere milanese di Opera. Ma che – è bene ribadirlo – risulta soltanto indagato. Ma per il capocentro della Dia, Alfonso Di Vito – scrive Milosa – la fotografia di questa indagine può permettere di far emergere i nuovi assetti della ‘ndrangheta già emersi dall`operazione “Infinito”. Di fondamentale importanza risultano le intercettazioni. In particolare la conversazione tra Vincenzo Miriadi e Giuseppe Foti, imprenditore calabrese residente in Costa Azzurra, che interviene, per conto dei Miriadi, in una disputa con alcuni calabresi di Lodi. Dice Giuseppe Foti: «Quando imparerete a camminare negli angoli del triangolo ricordatevi sempre, liberatevi (…) verso il centro (…) A ogni angolo del triangolo ci sta una porta che conduce ad altre tre porte le quali tre porte conducono a nove arcate (…) Nei tre punti degli angoli (…) troverete tre iniziali: che sono la U la O e la N, umiltà, onestà, coraggio (…) cose meravigliose (…) e ricordatevi che il coraggio dell’uomo è la nobiltà, diciamo che un uomo coraggioso è un uomo nobile… (…) salutatemi agli amici che sono in macchina con voi sempre se io sono degno…». A questo punto il pm ricorda le recenti sentenze del tribunale di Milano sui clan calabresi che hanno attualizzato anche per la Lombardia «i rituali della ‘ndrangheta». Da qui «si deve inferire che nel corso di questa conversazione si documentano chiari riferimenti alla procedura di costituzione di una ‘ndrina e alle tradizioni e formule rituali di affiliazione». Gli investigatori della Dia “osservano” anche il fidanzamento tra Giovanni Miriadi e la figlia di Lorenzo Fornasini, uomo ritenuto vicino al boss della ‘ndrangheta Giuseppe Onorato e al narcotrafficante di Cosa nostra Guglielmo Fidanzati. È questo il contesto che il pubblico ministero Musso descrive nella requisitoria del processo e che, probabilmente, non è piaciuta al pubblico in udienza. Così nella sua lettera il magistrato racconta di episodi inquietanti, avvenuti nel piazzale fuori dal tribunale, che hanno allarmato la sua stessa scorta. L’autista e l’appuntato «hanno sentito pronunciare parole di minaccia nei confronti del pm, da parte del pubblico». E «pare sia stata vista una persona con in mano una bottiglia d’alcool». (0050)

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