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Alta moda in… bancarotta

VIBO VALENTIA Il Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia ha eseguito tra Vibo e Lamezia 4 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di beni per circa 3,5 milioni di euro nei confronti di…

Pubblicato il: 24/10/2013 – 8:49
Alta moda in… bancarotta

VIBO VALENTIA Il Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia ha eseguito tra Vibo e Lamezia 4 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di beni per circa 3,5 milioni di euro nei confronti di soggetti attivi nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento di alta moda: il nome dell’operazione è “The best shop”, l’ipotesi di reato è bancarotta fraudolenta impropria patrimoniale e preferenziale. Ai domiciliari sono finiti i fratelli imprenditori Mario e Umberto Maurizio Artusa, proprietari dell`omonimo gruppo operante con negozi di abbigliamento di alta moda, ed i soci del gruppo Francesco Zezzo e Francesco Greco. Secondo l`accusa depauperavano il patrimonio delle proprie società aprendone di nuove, e quando l`esposizione debitoria saliva, le indirizzavano al fallimento distraendo liquidità e merce per farle confluire nelle società attive. Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, sono iniziate sul fallimento di una prima società del settore del commercio e della vendita al dettaglio di abbigliamento. Nel corso dell`attività investigativa, coordinata dal pm Michele Sirgiovanni, sono emerse circostanze che hanno indotto i finanzieri ad estendere le indagini verso un`altra società operante nello stesso settore commerciale e gestita da componenti la medesima famiglia fino al 2010 per poi essere ceduta a un nullatenente estraneo al nucleo familiare, destinandola al fallimento.
Il danno patrimoniale causato alle società fallite è stato quantificato in oltre tre milioni di euro. Inoltre le società, nei vari anni, hanno accumulato debiti nei confronti dello Stato per imposte e tasse da pagare, ma mai versate, per oltre due milioni di euro.
«L`indagine conclusa oggi – ha detto il procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, incontrando i giornalisti – rappresenta un lavoro che stiamo portando avanti da diverso tempo con un protocollo sinergico tra Procura, Tribunale fallimentare, Guardia di finanza, Agenzia delle entrate ed Equitalia finalizzato a contrastare la criminalità fiscale. Cambiano i nomi delle società, il genere di attività, ma la tipologia del reato resta sempre lo stessa. Si creano nuove realtà produttive che finiscono per accumulare debiti. A quel punto vengono fatte fallire per avviarne di nuove, il tutto con un danno ingente per l`Erario, per i creditori e per gli altri negozianti che si trovano ad avere a che fare con una concorrenza sleale. E in alcuni casi le riconducibilità tra vecchi e nuovi gestori sono anche abbastanza plateali». All`incontro ha partecipato anche il comandante del Nucleo di polizia tributaria, il colonnello Michele Di Nunno. (0070)

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