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Proteggevano i boss in fuga, tre arresti

LOCRI Hanno protetto per anni la latitanza di personaggi di peso come Saverio Trimboli, boss dell’omonima cosca leader nei traffici mondiali di droga, e Francesco Perre, esponente di spicco delle `…

Pubblicato il: 24/10/2013 – 10:43
Proteggevano i boss in fuga, tre arresti

LOCRI Hanno protetto per anni la latitanza di personaggi di peso come Saverio Trimboli, boss dell’omonima cosca leader nei traffici mondiali di droga, e Francesco Perre, esponente di spicco delle `ndrine di Platì e protagonista della stagione dei sequestri, per questo per loro sono scattate le manette. Per ordine del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho, dell’aggiunto Nicola Gratteri e del sostituto Francesco Tedesco, questa mattina i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con la collaborazione dello squadrone Cacciatori Calabria e della Compagnia speciale del Goc di Vibo Valentia, hanno arrestato Rocco Perre, Antonino Giuseppe Nucera e Giuseppe Perre.
Nonostante quest’ultimo questa mattina abbia tentato di dileguarsi fra i tetti di Casorate, il piccolo centro in provincia di Pavia in cui si era nascosto, non è riuscito a sfuggire ai militari che avevano circondato la zona. Insieme a Rocco Perre e Nucera è accusato di aver avuto un ruolo nella gestione della latitanza di Saverio Trimboli, elemento di vertice delle cosche di Platì, ricercato dal marzo 1994 e arrestato nel febbraio 2010, e Francesco Perre, uomo di punta dei Barbaro “Castanu” di Platì noto per la sua ferocia, ricercato dal febbraio 1999 poiché condannato a 28 anni di reclusione per il sequestro di Alessandra Sgarella Vavassori e catturato il 26 agosto 2011, proprio nel giorno della scomparsa della donna.
Stando alle indagini che hanno condotto alla sua cattura, Trimboli per anni si è nascosto in un immobile intestato ai Perre e oggi messo sotto sequestro, all’interno del quale erano stati realizzati due bunker, il primo abilmente occultato dietro una parete di un vano adibito a cantina, cui si accedeva mediante una apertura scorrevole su binari, ed un secondo ricavato sotto il bagno ed il cui accesso avveniva attraverso una botola realizzata nel pavimento e nascosta da un elettrodomestico. Nascondigli quasi introvabili a causa dei sofisticati meccanismi che ne occultavano gli ingressi e che hanno immediatamente portato investigatori ed inquirenti ad ipotizzare l’apporto di professionisti che ne avevano curato la fattibilità sotto il profilo ingegneristico.
Meno sofisticato, ma ugualmente difficile da rintracciare è stato il nascondiglio di Francesco Perre, pizzicato in una tenuta adibita a piantagione di marijuana tra i comuni di Palizzi Superiore e Bova. Quasi per un tragico scherzo del destino, qualche ora dopo l’arresto di Perre, l’imprenditrice milanese Alessandra Sgarella, sequestrata da lui e la sua banda per oltre nove mesi, si è spenta in un ospedale milanese dopo una lunga malattia. (0020)

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