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Processo Lanzino, «i Sansone hanno depistato le indagini»

COSENZA «Erano i Sansone i miei informatori. E hanno depistato le indagini». Lo ha confermato in udienza, nel Tribunale di Cosenza, il sottufficiale dei carabinieri, Cosimo Saponangelo, sentito nel…

Pubblicato il: 24/10/2013 – 13:04
Processo Lanzino, «i Sansone hanno depistato le indagini»

COSENZA «Erano i Sansone i miei informatori. E hanno depistato le indagini». Lo ha confermato in udienza, nel Tribunale di Cosenza, il sottufficiale dei carabinieri, Cosimo Saponangelo, sentito nel corso del processo per la morte della studentessa Roberta Lanzino, avvenuta il 26 luglio del 1988. Saponangelo all`epoca dei fatti comandava la stazione dei carabinieri di Cerisano. Alfredo Sansone e i figli Franco e Remo – ha raccontato il graduato dell`Arma in aula – si sono avvicinati a lui e gli hanno dato delle dritte – rivelatesi poi finte – sul terribile omicidio.
Franco Sansone è ora accusato di aver violentato e ucciso Roberta Lanzino assieme a Luigi Carbone, scomparso per lupara bianca. Alfredo Sansone e il figlio Remo, rispettivamente padre e fratello di Franco, sono imputati per la morte di Luigi Carbone.
Saponangelo ha ricostruito alcune fasi delle indagini, ricordando come proprio Alfredo Sansone si offrì per accompagnarlo nei luoghi del delitto avvenuto sulla strada di Falconara Albanese. E all`epoca sono stati proprio i Sansone – ha ribadito il militare – a indirizzare le indagini verso i Frangella, tre cugini, imprenditori agricoli, accusati dell`omicidio di Roberta Lanzino – nel primo processo – ma assolti con sentenza definitiva.
Nel racconto di Saponangelo rispunta anche la Fiat 131. È stato Franco Sansone – ha detto il sottufficiale ai giudici – a dirgli di aver visto una Fiat 131 che seguiva la ragazza a bordo del suo motorino. Un`auto guidata da un operaio che, per alcuni giorni, divenne il principale indiziato dell`omicidio ma che per quel pomeriggio aveva un alibi pienamente verificato.
Saponangelo ha quindi ribadito alla Corte, ai pm e ai legali di parte civile per la famiglia Lanzino (Marina Pasuqa e Ornella Nucci), della famiglia Carbone (Sergio Calabrese, Raffaele Brescia) e dei Sansone (Enzo Belvedere e Giuseppe Pignataro in sostituzione dell`avvocato Armando Veneto) che i Sansone diedero delle piste finte. Si torna il aula il prossimo 7 novembre per ascoltare altri carabinieri che all`epoca parteciparono alle  indagini. (0050)

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