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"Tutto truffa", rinviati a giudizio in 34

REGGIO CALABRIA Nonostante per diversi reati sia già intervenuta la prescrizione, il gup Domenico Santoro ha disposto il rinvio a giudizio per 34 dei 35 imputati coinvolti nell’inchiesta Tutto Truf…

Pubblicato il: 24/10/2013 – 18:29
"Tutto truffa", rinviati a giudizio in 34

REGGIO CALABRIA Nonostante per diversi reati sia già intervenuta la prescrizione, il gup Domenico Santoro ha disposto il rinvio a giudizio per 34 dei 35 imputati coinvolti nell’inchiesta Tutto Truffa, la lunghissima indagine della Procura di Reggio Calabria, che ha permesso di ricostruire un’articolata organizzazione dedita a truffe di ogni genere. Dalla mannaia del gup si salva solo Alfredo De Domenico, la cui posizione è stata stralciata, con l’ordine di rinviare gli atti al pm, perché nonostante abbia chiesto di essere interrogato, non è mai stato sentito dai magistrati di Reggio Calabria. Tutti gli altri dovranno invece presentarsi di fronte al Tribunale collegiale il prossimo 19 dicembre per essere giudicati, anche se – a causa della prescrizione di una serie di reati fine – il quadro accusatorio a loro carico potrebbe essere decisamente meno grave delle attese.
Al centro della lunghissima indagine iniziata nel 2007 dalla sostituto Gabriella Cama e sfociata in un’operazione solo nel 2012, quella che gli inquirenti hanno definito «un`associazione criminale gerarchicamente strutturata caratterizzata dalla molteplice proclività criminale del Bueti Mario, che ha assunto il ruolo di promotore, gestore e coordinatore dei sodali all`organizzazione, con contatti anche nelle città di Genova e Rimini».
Sindacalista nel settore navigazione, noto a Villa San Giovanni anche per le ambizioni politiche che lo hanno portato a candidarsi per tre volte a sindaco della città, Mario Bueti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sfruttava l’atavica fame di lavoro che attanaglia il Reggino offrendo facili imbarchi a giovani senza alcuna qualifica lavorativa corrispondente alle mansioni affidate. Chi si era lasciato convincere da Bueti è arrivato a sborsare fino a ottomila euro per poi rimanere con un pugno di mosche in mano. Un meccanismo che funzionava grazie anche alle cospicue elargizioni versate ad alcuni funzionari della Capitaneria di porto di Genova, ma anche all’instancabile opera del braccio destro di Bueti, il giovane Ivan Paladino, che agli aspiranti marinai forniva anche la fittizia domiciliazione in Liguria presso un proprio parente – anche lui di origine villese – necessaria per l’iscrizione alla capitaneria di porto di Genova.
Allo stesso modo, Bueti – coadiuvato da Paladino – avrebbe provveduto a organizzare corsi fasulli – come ad esempio un corso voga – necessari all’abilitazione dei privati  per il libretto di navigazione propedeutico all’imbarco. Tutti “servizi” per i quali l’organizzazione avrebbe preteso il pagamento di cospicue somme di denaro.
Ma questo non era che uno dei settori di attività. Il campo d’azione di Bueti  e soci si espandeva infatti anche nel settore finanziario, dove ad essere truffata sarebbe stata – fra le altre – la Banca Mediolanum di Reggio Calabria, presso la quale sono stati accesi conti correnti bancari allo scopo di ottenere assegni, carte di credito, altri servizi e facilitazioni.

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