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Scorta civica per il testimone di giustizia

Tra poche ore dovrebbe parlare a una platea di ragazzi e studenti per raccontare il significato della scelta del testimone di giustizia. Dovrà trovare le parole per spiegare che la sua scelta è que…

Pubblicato il: 24/10/2013 – 23:51
Scorta civica per il testimone di giustizia

Tra poche ore dovrebbe parlare a una platea di ragazzi e studenti per raccontare il significato della scelta del testimone di giustizia. Dovrà trovare le parole per spiegare che la sua scelta è quella giusta, nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante abbia sentito di essere rimasto solo. Giuseppe Carini, palermitano di Brancaccio, l’uomo che ha dato un nome e un volto agli assassini di don Pino Puglisi, da ieri sera è in Calabria. Testimone di giustizia da quando aveva poco più di vent’anni, ha trovato ad accoglierlo solo i ragazzi della Agesci e la commissione giustizia e pace della diocesi di Catanzaro – Squillace (che iinsieme sono tra gli organizzatori dell’incontro con i giovani calabresi). Nessuna divisa, però. Essendo ormai fuori dal programma di protezione, con una nuova identità, non è più sotto scorta. Dovrà raggiungere il luogo della manifestazione e tornare a casa così come è arrivato, da solo.
La sua storia di testimone inizia all’indomani del 15 settembre 1993 quando viene ucciso don Pino Puglisi il parroco del quartiere Brancaccio che aveva sfidato il potere dei clan palermitani. Giuseppe Carini, all’epoca studente in Medicina, collabora con le forze dell’ordine, racconta quel che ha visto e fa arrestare i sicari. Entra a far parte del programma di protezione, viene trasferito in una località segreta e ottiene una nuova identità.  Dopo 18 anni il sistema di protezione nei suoi confronti cessa. Carini, però, continua la sua opera di “testimone”, partecipa a iniziative pubbliche, parla nelle scuole e nelle piazze, sempre con il passamontagna calato sul viso. Solo nel marzo scorso ha infranto questa regola mostrando il suo volto per protestare contro la mancata riforma delle norme sui testimoni di giustizia.
Quando ieri è partito per raggiungere la Calabria probabilmente sapeva cosa avrebbe trovato all’arrivo. Non poliziotti e carabinieri ma solo la “scorta civica” dei ragazzi dell’Agesci. Durante un breve colloquio telefonico ci ha spiegato di aver contattato  la Prefettura di Catanzaro, ma dall’ufficio è stato risposto che potevano assicurare la presenza delle forze dell’ordine durante la manifestazione e controlli più frequenti delle pattuglie durante la sua permanenza. Nessun accompagnamento. <>.

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