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“Meta”, la «dimenticanza» delle 4 bobine lasciate sul traghetto

REGGIO CALABRIA «Una semplice dimenticanza» così uno dei tre periti incaricati delle trascrizioni al processo Meta, ha definito il rinvenimento di quattro plichi, contenenti le bobine originali e n…

Pubblicato il: 25/10/2013 – 14:06
“Meta”, la «dimenticanza» delle 4 bobine lasciate sul traghetto

REGGIO CALABRIA «Una semplice dimenticanza» così uno dei tre periti incaricati delle trascrizioni al processo Meta, ha definito il rinvenimento di quattro plichi, contenenti le bobine originali e non ancora trascritte delle intercettazioni sul divanetto di uno dei traghetti che presta servizio fra Reggio e Messina. Un episodio denunciato in sede d’udienza una settimana fa dal pm Giuseppe Lombardo, che di fronte a un’allibita presidente del Tribunale aveva tuonato: «Il Ros di Reggio Calabria  è stato contattato dal personale delle navi traghetto, che hanno rinvenuto su un divanetto quattro plichi, fortunatamente quasi integri, relativi alle intercettazioni non ancora trascritte di questo processo».
Circostanze che i tre periti sono stati chiamati a spiegare in aula, dove hanno tentato di giustificarsi affermando: «Noi stavamo portando le bobine indietro, ma ne abbiamo così tante che ci devono essere sfuggite. Abbiamo così tanti plichi che è anche difficile fare un inventario». Chiamati a rispondere alle domande della presidente Silvana Grasso, come del pm Giuseppe Lombardo e dei legali, i periti hanno tentato di trincerarsi dietro l’enorme mole di lavoro e l’elevato numero di bobine loro assegnate. «Non ci siamo neanche resi conto che i plichi fossero spariti», ha sostenuto uno di loro, affermando di aver avuto il sospetto che si trattasse delle bobine loro affidate solo leggendo la notizia sulla stampa.
Immediatamente revocati dal Tribunale, i tre hanno ricevuto l’ordine tassativo della Presidente Grasso di «restituire tutte le bobine e i plichi relativi a questo processo in loro possesso, depositandoli in Procura non più tardi di lunedì». L’incarico nel frattempo è stato affidato ad altri cinque professionisti che – stando alle stime preliminari – entro il due dicembre dovrebbero essere in grado di depositare le trascrizioni di tutte le conversazioni intercettate, tanto in italiano come in dialetto e annotando anche la durata delle parti “incomprensibili”.
Mentre in Procura è stato aperto un fascicolo per vagliare circostanze ed eventuali responsabilità, a livello procedimentale l’incidente sembra sia stato superato senza ulteriori conseguenze se non un ritardo nella trascrizione del materiale. Le bobine sembrano integre e sono rimaste incustodite solo «il tempo di un viaggio in nave», ha detto il pm Lombardo all’esito degli accertamenti di questa settimana – ma le circostanze rimangono comunque inquietanti.
Quelle bobine, che secondo la norma devono essere consegnate in originale ai periti incaricati di trascriverle, costituiscono la cosiddetta prova regina del procedimento Meta. «Se fossero state perse – aveva ammonito il pm Lombardo la settimana scorsa – non ci sarebbe stato modo di recuperarle». (0070)

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