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Schillacium, qualcuno ha giocato a Monopoli

Viviamo una situazione paradossale e incresciosa. Quel che più ci angoscia è la mancanza di interesse istituzionale verso una vicenda che, per i suoi risvolti sociali, meriterebbe un confronto aper…

Pubblicato il: 31/10/2013 – 13:01
Schillacium, qualcuno ha giocato a Monopoli

Viviamo una situazione paradossale e incresciosa. Quel che più ci angoscia è la mancanza di interesse istituzionale verso una vicenda che, per i suoi risvolti sociali, meriterebbe un confronto aperto, continuo e soprattutto franco.
La questione Schillacium non può finire così, perché essa è emblematica di un agire politico tutto calabrese che lede la dignità dei lavoratori e delle rispettive famiglie.
Le responsabilità politiche e amministrative che sono alla base del crollo di una situazione che ha determinato il licenziamento di circa 80 lavoratori devono emergere in tutta la loro sconcertante integrità, perché l’opinione pubblica sappia.
Perché la magistratura sappia e agisca di conseguenza: Schillacium, potremmo dire parafrasando tristemente una nota espressione, è sinonimo di un fallimento di squadra.
Sia la Regione, sia i Comuni  che sono subentrati nel corso degli anni nella gestione della vicenda non hanno mai affrontato con la giusta serietà una questione che ormai ha assunto i contorni del dramma sociale.
Perché quando si mandano a casa decine di lavoratori, i quali peraltro avanzano 10 mensilità, si gettano le condizioni per un disagio diffuso e, in prospettiva, destabilizzante per il già precario quadro occupazionale calabrese.  
Senza contare le gravi conseguenze che l’interruzione delle attività aziendali sul delicato fronte igienico sanitario ha prodotto. Generando così danni su danni e malessere su malessere.
Il tutto senza l’avvio di una vera e propria unità di crisi permanente finalizzata alla ricerca di soluzioni civili e condivise tra gli enti interessati.
In compenso, tanta vaghezza, rassicurazioni di facciata e, anche, non pochi tentativi di speculazione della politica politicante a fini elettorali. Non è possibile andare avanti su queste misere premesse.
La fine forzata di un rapporto di lavoro non può essere derubricata a mero  passaggio burocratico e inevitabile, vista la condizione finanziaria disastrosa in cui la società si è trovata ad operare per un lungo periodo. Quel che è accaduto deve diventare oggetto di indagine e di provvedimenti responsabili da parte delle istituzioni coinvolte.
Non permetteremo a nessuno di insabbiare la nostra sofferenza che, a distanza di oltre un anno, è ancora viva e forte.
Non tollereremo il silenzio su di un dramma che si rinnova giorno dopo giorno e che oltre ad intaccare la nostra dignità di lavoratori, priva le nostre famiglie, i nostri figli della speranza di un futuro migliore. Chi ha giocato – come se fosse una partita a Monopoli – con il bene-Schillacium dovrà dare risposte e spiegare perché una società, che operava con impegno delle sue maestranze, sia stata gestita in una maniera indegna.
Noi porremo la questione con maggiore forza all’opinione pubblica già a partire dal prossimo incontro con il prefetto che, siamo convinti, – nella sua veste di massima autorità del governo sul territorio – potrà costruire le basi di un confronto non episodico, ma permanente.
Almeno fino a quando non si farà chiarezza sul nostro futuro, su quello della società e sui numerosi stipendi che ancora avanziamo.

*Ex dipendente della società Schillacium di Soverato

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